Archivio dell'autore: lucia

BONO MARISTELLA

 

Copia de: Amedeo Modigliani   Nudo femminile seduto   olio su tela 59,5 x 92,4

Copia de: Amedeo Modigliani
Nudo femminile seduto
olio su tela 59,5 x 92,4

Nota Biografica

Maristella Bono è nata nel febbraio del 1974 ad Albenga, dove tutt’ora ha un’esposizione permanente nello studio di via G. Galilei 24.
Nonostante la giovane età, la Bono, dopo varie esposizioni collettive, espone la sua prima personale a “Villa Cambiaso” in Savona, nel marzo2002.

Villa Cambiaso rappresenta una celebre dimora storica in cui hanno esposto artisti di grande peso quali Sabatelli, Caldanzano, Borzini, Bettocchi ed altri celebri pittori e capi scuola. Seguono altre esposizioni personali in dimore non meno conosciute.
Maristella Bono si dedica da anni alla realizzazione di copie di celebri dipinti.

Tutte le opere dell’artista sono certificate come “falsi d’autore”; rispettano le tecniche di esecuzione del dipinto originale e le dimensioni.
Le sue indubbie doti tecniche, acquisite con l’esperienza, ma anche grazie agli studi compiuti,  non sono mai disgiunte dall’amore della grande pittura degli ultimi due secoli, e hanno permesso  all’artista di sperimentare con successo  nuove tecniche tra cui affreschi, decorazioni, dorature a foglia d’oro e restauri; rendendo così la Bono un’artista poliedrica di grande talento.

Scrivono di Lei

Stupende copie d’autore firmate Maristella Bono
Da “LA STAMPA” del 16 marzo 2002
Di fronte alle opere della giovane pittrice albenganese Maristella Bono viene davvero da chiedersi: copie d’autore o autentiche opere d’arte?
Perché l’artista, che inaugura oggi alle 17,30 nei saloni di Villa Cambiaso, in via Torino a Savona, la sua prima personale sul tema “Più vero del vero, copie d’autore”, si dedica con straordinaria bravura a riprodurre copie di celebri dipinti.
Di lei dicono:”Sovente, nel riprodurre un’opera, la pittrice tenta di ricreare l’ambiente nella quale l’originale è nato, praticando, quando necessario, la pittura all’aria aperta”.
Da “LA STAMPA” del 16 marzo 2002
Dal 16 al 22 marzo un viaggio nel falso d’autore  MARISTELLA BONO
Picasso, Renoir e Van Gogh più veri del vero
Da “Villa Cambiaso” N.14, febbraio 2002
Siamo sicuri che un’accurata riproduzione di un capolavoro dell’arte abbia meno dignità dell’originale? Quali emozioni suscita una copia di Van Gogh in chi non ha mai goduto dell’opera autografa? È un gioco intellettuale o la funzione culturale delle copie d’autore non è trascurabile nella società della riproduzione meccanica delle immagini? Una mostra, di una promettente pittrice, tenta, per quanto possibile di dare una risposta.
Ferdinando Molteni (Giornalista)

MOSTRA PERSONALE
Maggio 2007 presso “Lo Spinario” – Reggio Emilia
C’è qualcosa di misterico nel modo col quale Maristella Bono riesce a compenetrarsi nell’animo e nelle intenzionalità dei grandi maestri del passato, quasi che ripercorresse il loro interiore itinerario per ricomporne le grandi opere.
Non si saprebbe come definire il risultato.
Definirlo una “copia” sarebbe troppo riduttivo per quel che di tanto distaccato e scolastico che è insito nel comune significato di quel termine.
“Replica” tanto meno, operazione appartenente soltanto allo stesso autore che ha eseguito il dipinto e che, per richiesta di committenti e per propria voglia, ama reiterare. Nella replica l’autore mantiene la carica emotiva assente nella copia.
Maristella Bono compie il prodigio di catturare l’emozione che emana dai dipinti dei grandi che predilige. Leonardo, Annibale Carracci, Caravaggio, Vermeer, Modigliani, Van Gogh ed altri, purchè siano da tempo scomparsi.
Le sue opere non si limitano alla rappresentazione del vero, non si attestano al livello della copia fedelmente eseguita, la sentiamo appunto “più vera del vero”, per il valore aggiunto dell’emozione.
Che i capolavori del passato producano un effetto sottile e misterioso, che può provocare nel riguardante persino una perdita di coscienza, è la sindrome di Stendhal non raramente riscontrata.
Non ci sentiamo in preda di alcuna sindrome, beninteso, in presenza dei capolavori riproposti da Maristella, ma avvertiamo una sorta di turbamento, un imbarazzo, come se i maestri del passato ci apparissero innanzi improvvisamente, non come ombre o fantasmi, ma nella loro realtà essenziale.

Alfredo Gianoglio (Critico d’Arte)

BARZAGHI CARLO

Autoritratto
Autoritratto

Nato a Monza ha studiato a Roma dove ha potuto approfondire lo studio dei grandi cinquecentisti con il maestro Gemini, e con il prof. Corsini il barocco e via sino ai macchiaioli.

I suoi studi sono continuati a Milano presso l’Accademia di Brera.

Ha frequentato corsi di specializzazione nel campo pittorico, scultura lignea e ceramica, nel vastissimo campo della decorazione murale e dell’affresco, senza perdere di vista la passione per la musica specializzandosi in composizione e

organo in seguito il pianoforte gli terrà compagnia tutta la vita. Prima ritrattista, poi scenografo con il già famoso pittore-scenografo Mezzadra, lavorando per vari teatri di posa e in seguito in Rai, sia come scenografo che come grafico per creare titoli che ora fanno parte della storia della tv.

Ha insegnato all’istituto statale Cesare Correnti e alla scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano. In seguito ha continuato ad insegnare la figura nel suo studio-laboratorio.

Monza 1920 – Monticello B.za 1991 

 

Autoritratto giovanile

Autoritratto Giovanile

Carlo Barzaghi nasce a Monza nel 1920, studia e si specializza a Roma, quando torna a Milano si afferma come rittrattista, piccoli e grandi ritratti a olio a volte su tela e per la maggior parte dipinti su tavole di compensato, dai colori caldi con prevalenza di ocra e terre, dove il sentimento del protagonista pervade la spazio che lo circonda e lo sguardo impone a chi lo incontra di osservarlo nel più profondo.

È in quel periodo che dipinge  “il Postiglione” , a detta di molti critici ed esperti dell’arte contemporanea, il suo capolavoro, per colori composizione espressione. Il postiglione nasce da uno specchio che rinfrange il viso del pittore con calzata una bombetta, poi per motivi espositivi fu intitolato diversamente, ma rimane un’autoritratto dall’espressione insolita.

 

Nudo al tavolo

Nudo al tavolo 50 x 100

 La figura femminile è protagonista nei suoi lavori, lo studio prima e la ricerca successivamente lo porta a raggiungere la composizione detta “Cariatide”:   l’interpretazione della donna con linee aggraziate tondeggianti e sinuose, preferibilmente davanti a uno specchio ovale. Il corpo che si appropia dello spazio impostogli sconfinando con i propri estremi.

 

 Più recente è la composizione denominata “Battaglia” figure di cavalli e cavalieri che si districano da grovigli di colore sono i protagonisti di queste opere dinamiche dove tutto è in movimento.

Battaglia - 1957   tecnica mista su carta

Battaglia – 1957 tecnica mista su carta

 

 Trovo molto difficoltoso racchiudere in poche parole la storia di un artista. Carlo era tuttuno con i suoi quadri. Non si può pensare a l’uno senza l’altro. Il dipingere era per lui una necessità intima come respirare.

 E per noi rimane una necessità di vivere, guardare e respirare con i suoi quadri.         Umberto Gaj

    

 

La bellezza appare così. Una forma, un colore. Una esplosione irruenta

Jazz Classico  70 x 100

Jazz Classico 70 x 100

interiore, contro una dolcezza d’animo intellettuale.

Traspare questo da ogni sua opera, prima di ogni altra cosa.

Nel suo percorso artistico sembra che il tempo abbia modellato e, impastato tra loro, due espressioni così diverse, fino a renderle indistindiguibili l’una dall’altra.

Lì, solo lì e solo così poteva essere quel tratto. Lì, solo lì poteva esserci quel colore. Lì solo lì doveva esserci quell’assenza.

L'Addio  40 x 50

L’Addio 40 x 50

Un esempio di proporzione, di forma, di armonia. Cos’è quello che vedi ?

E’ la fortuna che hanno alcuni uomini possessori di un talento innato che li rende immortali nel tempo.       Massimo Brera

 

 

 

 

L’evoluzione delle forme, la costruzione di uno stile, la cariatide come simbolo di sostegno, come emblema della femminilità, rassicurante nella sua tranquilla staticità ma ancora elastica nella sua forma estetica.

Uno specchio per ricordare un atteggiamento una posa, per riposare la mente, i colori per fare un riassunto.

Il riassunto di quello che si è, di quello di quello che eravamo, unito alla costruzione di uno studio per arrivare a una visione, la stessa, che imprigionata su una tela può trasformare i tuoi pensieri e alleggerire la tua anima…

…Se volessi trovare in una parola l’equivalenza dell’arte di Carlo Barzaghi direi autenticità, perchè la caratteristica sicuramente più vistosa, sia nelle sue opere che nella sua vita è l’autenticità.

Arte e vita come in tutti gli artisti si fondono e in questo senso, ogni sua opera riflette l’autenticità della sua esistenza.

Padova     40 x 30

Padova 40 x 30

Se ad un primo impatto, per chi lo ha conosciuto, era strano immaginare la sua mano creatrice di contrasti, di tensioni, era per la sensibilità e l’accuratezza nel porsi, per la sua capacità nel domare ed addolcire la sua indole, la stessa sensazione davanti a lui era, davanti alle sue opere è.

Così come d’acchito stupisce la capacità di gestire la forma e il colore, immediatamente appare l’invito ad entrare nella tensione e nella emotività dell’espressione artistica.

Si è così catturati da un mondo dove realtà e visione unite si raccontano.

Le Battaglie raccontano la sua vita, la parte più vera della sua autenticità, dove figure facce colori appaiono e scompaiono mischiandosi e dividendosi.

L’apice di una ricerca il risultato di una metamorfosi.

La loro visione non sarà mai la stessa, la loro espressione risulterà in balia della tua emozione, modellata sul tuo stato d’animo dandoti calma o fervore così, come una cosa viva.             C. Cobacri

 

Silhouette

Silhouette

Maestro di vita e non solo d’arte ha lasciato un vuoto in tutti quelli che lo hanno conosciuto, e potevano vedere in lui un riferimento certo.

Lontano da compromessi commerciali e morali esprime il senso della bellezza che contrariamente vede svanire nella livida cronaca contemporanea.

Traccia colori d’impeto mai eguali per colori o forme, da questi si può riconoscere la libertà di un pensiero mai superficiale sempre fervido alla realtà, con l’obiettivo attento al concetto trascendentale di estetica. Ha lasciato con il suo lavoro pulsanti fremiti di vita vissuta…        G. Castiglioni

 

QUOTAZIONI DI MERCATO

olio su tela   40 x 50   € 2.500,00

olio su tela   50 x 70   € 5.000,00

 

 

 

AIOLO GIANLUCA

Chiesa della Salute -2011     olio su tela 40 x 60

Chiesa della Salute – 2011                   olio su tela 40 x 60

Gianluca Aiolo, nato a Mestre il 2 agosto 1976, ha conseguito il diploma di maturità presso il Liceo Artistico Statale di Venezia e il diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Vive e lavora a Maerne di Martellago (VE).

Principali esposizioni collettive: 1997 XXVI Biennale d’Arte Contemporanea di Alatri (1a Rassegna Nazionale Accademie di Belle Arti). 1998 Primaparete; galleria San Fedele, Milano. 1999 XXVII Biennale d’Arte Contemporanea di Alatri  (2° Rassegna Nazionale Accademie di Belle Arti / 1° premio sezione pittura). La doppiezza della luce; galleria A+A, Venezia – Obalne galerije, Piran, Slovenia. 2000 Premio Internazionale per la Grafica d’Arte, Museo Marino Marini, Firenze.

Il segno e la memoria – Biennale dell’incisione contemporanea – Italia – Slovenia; Mirano (VE). 84.ma Mostra Collettiva Bevilacqua la Masa; Fondazione Bevilacqua La Masa piazza S.Marco, Venezia. 2001 Antipasti; Fondazione Bevilacqua la Masa palazzo Tito, S.Barnaba, Venezia.  Canali/Canales, Venezia – Madrid; Barchessa di Villa 25 Aprile, Mirano (VE). 2002 Artefiera Bologna; galleria Nuova Artesegno. Nuovo Paesaggio nell’Arte Contemporanea Italiana; Palazzo Frisacco, Tolmezzo (UD). 86.ma Mostra Collettiva Bevilacqua La Masa (Premio Acquisto Cassa di Risparmio di Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa piazza S. Marco, Venezia. 2003 “CHECKPOINT CHARLIE”; galleria Andrea, Vicenza. Miart, galleria Nuova Artesegno, Milano. “Ripart”; galleria Andrea, Ripa Hotel, Roma.  2004 Vicenza arte; galleria Andrea, Vicenza. “Ripart Genova”. “La città e il teatro”, clubmalvasiavecchia, Venezia. “Nuove presenze dell’arte contemporanea italiana”, Moggio Udinese (UD).  “BORSA VALORI”; Basilica Palladiana, Vicenza. “Premio Celeste”, San Gimignano, Siena. 2005 “CHECK POINT”, Palazzo Frisacco, Tolmezzo (UD). “Atelier Aperti”. 51.esposizione internazionale d’arte – la Biennale di Venezia; Accademia di belle Arti di Venezia. “Plot-art Europa”, galleria Arturarte, Nepi (VT). “Immagine Presente”; Le Ciminiere, Catania. “Ovalitudine”; Le Ciminiere, Catania. “SEGNIXLIBRI”; lavatoio contumaciale, Roma. 2006  “La Fenice et Des Artistes”; Fenice Hotels, Venezia. “Premio Celeste 2006”. “Quaranta opere 50×50”, Istituto Europeo Promozione Arte Contemporanea”. Catania.  2007  “IL SEGNO ESPRESSIVO DELLA NUOVA POP ART”, galleria 1000 bolle Arte Contemporanea, Amantea (CS), Collaborazione con Flai arredamenti, Piazzola sul Brenta, (PD). “200 Artisti per l’Amref”, Casa d’Aste Babuino, Roma. 2008 “Lui & l’ Altro”, Istituto Europeo Promozione Arte Contemporanea, Catania. Salone del Mobile, Mimo divani, Milano. “Quadrati d’arte”; Ricordando Umberto Boccioni, Libra Arte Contemporanea, Catania. 2009 “Costa Luminosa – Costa Pacifica – L’Arte si mette in Luce”, Fuorisalone, Milano”. “La Fenice et Des Artistes”; Fenice Hotels, Venezia. “Segnixlibri – rettangoli d’amore”; Civitanova Marche. 2012 “Altrove -  Luogo o Poesia”, Catania Art Gallery, Catania.

Principali esposizioni personali: 1999  “Premio Alatri 1999”; Alatri (FR).  2000 Gianluca Aiolo – Castel Welsperg. Monguelfo (BZ). 2003  Gianluca Aiolo; galleria Nuova Artesegno, Udine.  2004 “Les italiennes de Clisson”; Clisson – Nantes, Francia.  2008 “Gianluca Aiolo – Araund the world” Galleria d’arte l’Occhio, Venezia.  2010 “Gianluca Aiolo” Galleria d’arte l’Occhio, Venezia. 2011 Gianluca Aiolo – Bistrot de Venise, Venezia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ALGISI MARIA GRAZIA

Ciliegio

Ciliegio

Mariagrazia nasce a Cantello (VA) nel 1948.

Nel 1992 si iscrive al Gruppo Artistico Forlanini Monluè (GAFM) di Milano dove perfeziona la sua passione e si avvicina all’utilizzo della tecnica ad olio su tela.

Conosce diversi artisti che la aiutano alla conoscenza della tecnica e sviluppa una sua propria arte.

Partecipa a varie estemporanee nelle campagne lombarde.

Organizza una sua prima mostra personale a Cantello, invitata dal Comune nel 1997. Tale personale si ripete nel 1998.

Trasferitasi a vivere a Grandola ed Uniti nel 2000, continua a coltivare la sua passione e scopre nuove tecniche che rende personali.

Parte dalla pittura di nature morte e paesaggi, scoprendo nuove prospettive.

Unisce diverse tecniche (acrilico, decoupage e applicazioni di materiali in rilievo quali foglie di rame etc.), per creare profondità e dare all’occhio dell’osservatore il senso della tridimensionalità.

 

 

 

 

 

 

 

AMBROSONE AUGUSTO

Sintesi di paesaggio marino - 2008 tecnica mista 70 x 80

Sintesi di paesaggio marino – 2008       tecnica mista    70 x 80

Pittore, scultore, ceramista. Diplomatosi in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha partecipato quale artista invitato a numerose mostre d’arte in Italia e all’estero si sono interessati alla sua pittura i maestri Brindisi, Treccani, Spinsa, Purificato, Rea, Cappelli, Finizio, Biasion, Calabrese.

Nell’arte di Ambrosone il reale appare come una visione di sogno intessuta di ricordi e di speranze; le tinte, accostandosi, generano un impasto cromatico ricco di richiami e di echi. Nei suoi quadri la gioia non è senza malinconie; il dolore o la pena non è senza un sorriso; il mondo di ieri a vivere in quello presente.

Il suo mondo pittorico appare aperto e luminoso, anche quando i colori non sono chiari e luminosi. Come nicchie segrete le ombre soffondono le immagini, di un pulviscolo che non le rendono sfocate ma le anima di taciute parole

D’Errico Giuseppe

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGIUONI ENZO

Colori del mediterraneo  70x80

Colori del mediterraneo – 2012             70×80

Enzo Angiuoni nasce il 26 ottobre 1944 a Contrada (AV).

Svolge gli studi presso l’Istituto d’arte di Avellino per poi proseguire all’accademia di Belle Arti di Napoli.

Inizia ad esporre nel 1968 in Italia ed all’estero; negli anni matura il proprio linguaggio artistico, verso la pittura, scultura e ceramica.

Nel 1994 fonda l’associazione culturale Arteuropa promuovendo numerosi progetti espositivi contemporanei presso varie città. Dirige nel centro storico di Atripalda “Artea”, laboratorio emergente; continua a fare esperienze di lavoro nei centri ceramici di Sesto Fiorentino, Sciacca, Grottaglie, Vietri sul mare.

Svolge una intensa attività espositiva oltre che in Italia anche all’estero.

ARMATO VINCENZO

ARMATOArmato Vincenzo nasce a Mazara del Vallo il 19 maggio 1952 dove vive e lavora. Dopo un lungo viaggio nell’anima dell’Arte Moderna e Contemporanea, decide di vivere un’esperienza nuova, aggregandosi al progetto Fumo d’Artista. Cioè incollare pacchetti di sigarette, accendini, fiammiferi, cartine e mozziconi di sigarette.

L’artista nelle sue opere intende trasmettere che il fumo è solo fumo, di tutto non rimane niente. Attraverso i suoi lavori comunica messaggi di interesse socio-culturale con coraggio, schiettezza e spontaneità. Ironia, aggressività e dissipazione, trasgressione e provocazione sono una sintesi del suo modo di essere nei confronti di un mondo che ritiene falso e ambiguo.

 

 Il concettualismo imperante, multimediale, qualunquistico ha portato l’homo abilis a innalzare volgari pacchetti di sigarette a fatto d’arte.

Dai colori ottenuti con polveri di carbone, crete ed ocre, il tutto mescolato a grassi animali e succhi vegetali, le dita o rudimentali pennelli di piuma per stendere i colori, le pareti di una grotta come supporto, (questi i mezzi per le prime esperienze pittoriche dell’uomo-artista), siamo passati ai colori ottenuti industrialmente da particolari pigmenti acrilici, i pennelli hanno ben altra consistenza e duttilità e per dipingere possiamo fare a meno di entrare di un antro. Vincenzo Armato pare uscito da una moderna caverna di Lescaux. I suoi composti presentano decise caratteristiche, evolute in chiave contemporanea, della pittura che con un assioma definiamo di Neandhertal.

Un pittore “neolitico” dei tempi moderni, dunque, che ripercorre iter e visioni dell’arte, rianalizzando con nuovi strumenti e concezioni quei concetti. La sua tavolozza è viva nei colori ed i suoi atteggiamenti nei confronti dell’arte sono ancora puri e “genuini” ancorché provocatori.

Cerca di meravigliarci con effetti bizzarri, scatole di sigarette, soldi od apporti collagistici, ha bisogno di ricorrere ad enfatizzanti atmosfere informali e di trattare il mondo in modo diretto con “brevi cenni sulla vita”, attraverso simbologie reali, per mezzo di immagini ed oggetti reali, vedi “Patrimonio Unesco”, 2010 (probabilmente perché in estinzione), che hanno una proprietà evocatrice, magica e storica insieme.

Soggetti che si riferiscono ad epoche vicine e lontane, Garibaldi e l’Afganistan, il fumo e il sesso, fatti di allusioni ed analogie, che conservano un certo significato (“Una vita fumata”, la sua) e si prestano a moniti univoci e che come ad Altamira, possono essere capiti in tutte le lingue. Non uccidersi col fumo. Non bruciare i soldi nelle armi e nelle guerre (straordinaria la serigrafia di “Tramonto afgano”) non inquinare. Al momento, di Terra ne abbiamo una sola. Il paradiso è vero come le sette vergini dell’aldilà musulmano. Armato Vincenzo, per dipingere dipinge.

Ma come artista ha un pessimo vizio: pensa.

D. C.

 

ARONE LEONARDO

ARONELeonardo Arone è nato a Torino ed è residente a Locri (RC).

La sua impronta artistica ha modo di plasmarsi attraverso gli studi intrapresi: consegue la maturità artistica presso il Liceo Artistico di Siderno e,successivamente ,si Laurea in Architettura presso l’Ateneo di Reggio Calabria .

La sua formazione socio culturale lo porta a far parte dell’ Accademia Internazionale dei Micenei e ad espletare l’ incarico di presidente dell’ Associazione Culturale Persephone, svolge la sua attività professionale, con la qualifica di Funzionario Restauratore Conservatore Coordinatore, presso la soprintendenza di Reggio Calabria ( Museo Nazionale di Locri )

Partecipa ad interventi di restauro di grande rilievo, tra i quali il Ceck – up dei Bronzi di Riace.

Le sue opere fanno parte di collezioni private, sia italiane che estere.

 

Esposizioni:

Pinacoteca e Museo delle Arti – Locri.

Galleria D’Arte Arone – via Marconi, 25 – 89044 Locri.

“Mostra Collettiva Permanente Porta dei Leoni” – Accademia Internazionale dei Micenei.

Plaza Hotel – Villa San Giovanni.

Galleria d’ Arte “ La Cornice “ – Locri.

Galleria d’ Arte “ Leonardo “ – Siderno

2006 – Premio Rembrandt (Lecce)

2006 – Ottobre Trofeo G.B.Moroni 2006 – Diploma di Merito.

2006 – Collettiva d Natale – New Artemisia Gallery – Bergamo.

2006 – Arte fiera di Reggio Emilia, fiera Forlì, Agrigento Arte, fiera di Catania.

2007 – Palanaxos (Messina)

2007 – Premio Galaarte (Montalto Uffugo)

2007 – Fiera Agrigento

2007 – Policlinico di Monza

2007 – Museo Nazionale di Reggio Calabria

2008 – Istituto Galluppi Catanzaro

2008 – New Artemisia Gallery( Bergamo )

2009 – Castello Placanica

2009 – Castello Ardore Superiore

2009 – Premio Leonardo (Lecce)

2009 – Galleria Arte Spazio (Catanzaro)

2009-Pinacoteca Palazzo Ameduri (Gioiosa superiore)

2009- Fondazione Nosside Pinacoteca e Museo delle Arti Palazzo Nieddu del Rio (Locri)

2009-Convento dei Minimi di Roccella Jonica

2009-Premio Arcaista ( Tarquinia )

2010- Galleria Taormina Gallery (Messina)

2010-Circolo ufficiali dell’11 battaglione Carabinieri “Puglia” Bari

2010- Museo Civico d’arte moderna “Giuseppe Sciortino “ in Monreale

2011-Galerie Thuillier ( 13,rue de thorigny 75003 ) Paris .

 

Hanno scritto di lui:

Dott. Massimo Carnemolla ( giornalista) su “ Tante Città “ Torino

Dott. Michele Alemanno ( presidente Accademia dei Micenei ) su “ Oggi futuro “

Prof.ssa Maria Macrì ( critico d’ Arte )

Prof. Giuseppe Livoti ( critico d’ Arte )

Dott.ssa Enrica Pasqua ( critico e storico d’arte )

Dott.ssa Cesarina Riccio ( Il Quotidiano della Calabria )

Prof.Paolo Levi (Critico d’arte )

Prof. Enzo Papa (Critico d’arte)

Quotidiani e riviste: L’ Europeo, Repubblica, La Regione Calabria, Il Giorno, Gazzetta del Sud.

Le Figaro, il Bergamo, il Quotidiano.La Riviera  ,Il Giornale . Mete D’elitè ( allegato al Giornale ).

 

 

 

 

 

 

 

 

BALLETTO SECCI ESTER

 

Altri tempi      acquerello 30 x 40
Altri tempi               acquerello 30 x 40

 

L’artista Ester Balletto Secci in arte Ebas karel, nata a Clana in Croazia, risiede e lavora a Cagliari.

Le sue tecniche di espressione sono: grafica, china, lavis. Incisioni: acquatinta, punta secca, lineoleografia.

Colore: olio e acquerello. La sua attività espositiva ha inizio nel 1994, partecipa attivamente alla vita artistica.

Ha allestito mostre personali a: Cagliari: Galleria Il Colore ed alla Rinascente; Milano Galleria Modigliani; Cremona Galleria Arte e Immagini; e numerose collettive in tutta Italia…

Ha partecipato a diversi concorsi Nazionali ed Internazionali ed in Internet, riscuotendo ampi consensi di critica e di pubblico, vincendone alcuni ed altri con buon piazzamento e menzione speciale.

Sue opere si trovano presso collezionisti privati e pubblici, in Italia e all’estero.

Si sono interessati delle sue opere: Dr. Mauro Manunza, Dr. Antonio Mura critico d’arte, Prof. Antonio Romagnino, Dr. Simone Fappanni critico d’arte, Dr. Giorgio Falossi critico d’arte, Prof. Angelo Rescaglio.

 

La sintesi e la ricerca di Ebas Karel (Ester Balletto Secci) 

“Ci pare proprio di poter affermare, dopo avere visto una serie di suoi lavori, che l’artista di origine croata Ebas Karel (Ester Balletto Secci), residente a Cagliari, abbia una pronunciata predisposizione per l’acquerello.

Questa considerazione nasce dal fatto che Ebas Karel riesce ad eseguire, con invidiabile disinvoltura, delle incisioni di notevole sintesi espressiva, caratterizzate da quella essenzialità rappresentativa che sta alla base del disegno preparatorio alla cosiddetta pittura ad acqua.

Ciò, poi, trova una ulteriore conferma, scorrendo la quadreria della pittrice, che annovera deliziosi acquerelli di riuscita compostezza plastica, come l’originalissimo lavoro intitolato “La bottega del vasaio”, in cui si può anche apprezzare lo studio luministico condotto in seno alla composizione.

Tutto ciò conferma le doti di acquerellista, disegnatrice e incisora proprie di questa eclettica creativa ”.

Simone Fappanni

 

 

 

 

 

 

 

 

BARBO LORY

Nel giardino di Greta
Nel giardino di Greta

Loredana Barbo “Lory” nata a Trieste dove vive e si dedica all’arte .

Ha frequentato la scuola d’arte di Avangard di Mario Rigoni, per la scultura con l’architetto-scultore Waldes Coen, due anni di ceramica nella Sede Farit di Trieste. Ha partecipato a un centinaio di rassegne e concorsi collettivi a Trieste, nel Friuli Venezia Giulia e nel Veneto, ricevendo consensi e riconoscimenti.

Nel luglio 2009 si è classificata, dalla giuria critica prima nella composizione astratta nel concorso “Artesette”. A luglio 2010 ha esposto una personale di pittura, scultura decoupage e ceramica con notevole successo.

E’ iscritta all’Associazione Auser, Università della Libera-età dove insegna a nuovi artisti e si occupa di curare la mostra annuale, con il comune di Trieste, delle opere eseguite durante i vari corsi dell’anno.

Lory Barbo fa parte del gruppo artistico “Seven-art” ed è socio dell’Associazione Culturale Artistico Letteraria “Artesette”di cui è collaboratrice del direttivo.

 Lo sviluppo libero del colore, si espande negli elementi del cielo azzurro attraverso l’energia che si perde nella linearità di una scia, la cui forza si confonde con la realtà e con la precisione dell’effetto scenico.

Il raggio colorato diventa una metamorfosi della luce con la quale si unisce e si confonde.

 

 

Artista poliedrica ed eclettica maestra d’arte. E’ fautrice di decoupage concettuale: una forma d’arte che porta ad intrecci creativi particolarmente originali. Ama la sperimentazione in ogni campo dell’arte. E’ pittrice, scultrice, ceramista…

Mirella Cossiani

 

 

 

 

 

 

 

BELLETTINI GIOVANNI

Senza titolo - 2012     vetro h. cm 50

Senza titolo – 2012    vetro h. cm 50

Un’idea di natura e non solo quale eco o sensazione, si unisce intimamente allo studio della forma e ciò con una sensibilità geometrica tutta particolare.        

Luigi Lambertini

 

La purezza delle forme  plastiche, il lindore delle loro superfici, l’eleganza con cui si guadagnano lo spazio e con esso si pongono in imperturbabile ma non statico, equilibrio, traggono origine dalla sostanza umana del loro autore la cui onestà  emotiva ed intellettuale conosciamo fuori da ogni ombra di sospetto. Le sue sculture sono così ben calcolate nelle loro presenti dimensioni che ingrandendole anche notevolmente, non se ne perderebbero anzi ne ingigantirebbero le suggestioni.                 Arrigo Brombin 

 

La materia diventa emblema di tensione spirituale, di energia che conquista spazio e luce e si raffina fino a perdere peso e qualsiasi implicazione sensoriale.                 Giorgio Segato

BENEDETTI GIORGIO

Cobra Daytona Coupè - 24 ore Le Mans 1964 acrilico su cartone fabriano gr 400 50 x 70

Cobra Daytona Coupè – 24 ore Le Mans 1964
acrilico su cartone fabriano  gr 400    50 x 70

Nato a Varese nel 1963,Giorgio Benedetti, inizia il percorso artistico in forma autodidattica nel 2001, appassionato e conoscitore del mondo del motorismo agonistico raffigura automobili e motociclette in chiave dinamica. Nel 2007 si propone al pubblico in forma concreta, proponendo le sue opere con tecnica acrilica, spaziando dal colore al bianco e nero.

Tra i molti personaggi del motorismo che hanno avuto l’onore di una sua opera, Jean Todt (ex direttore sportivo Ferrari, oggi presidente della federazione intern. Dell’automobile).

Esposizione permanente presso “Plaza Crowne Hotel” Malpensa (MI); premiato con “Premio Biennale Gondola dell’Arte” a Venezia; collettiva Motoring Art “Galleria d’Arte di Deodato Arte” a Milano; personale nel locale “Divina Caffè” a cura dell’arch. Paolo Torresan

catalogato e pubblicato su “Arte e Collezionismo 2012” “Pittori e Scultori del ‘900” Ed. Effeci Ed. d’arte di Francesco Chetta

 

 

 

 

 

 

 

BERNARDELLI ANGIOLA

BERNARDELLI ANGIOLAAngiola  Bernardelli vive la realtà a suo modo e in un suo mondo, in cui il quotidiano tende costantemente a slittare nel racconto favolistico, non tanto – o non solo – nel sogno (anche se qualche volo chagalliano lo richiama), quanto in una dimensione di delicata, quieta, gioiosa e trasparente vitalità affettiva. Un po’ alla Peynet, mi pare, anche se la sua ricerca grafico-pittorica esige storie più articolate e complesse rispetto alla seriale sintesi vignettistica del grande umorista.

In questa direzione di analisi si può meglio cogliere come l’acquaforte sia uno dei media artistici più confacenti alla sua peculiare sensibilità: il tempo lungo del processo operativo, la necessità di elaborare il racconto figurale soprattutto per via di immaginazione, in quanto fino alle prove di stampa nulla è chiaramente visibile, i tempi dilatati che consentono emergenze emotive e inattesi sviluppi narrativi, la possibilità di ulteriori interventi sulle matrici (a bulino, a puntasecca, al berceau, al brunitoio, martelletto, con varie punte e gli arnesi più disparati), e poi la scelta delle carte, degli inchiostri, in una pratica che ha suggestioni proprie del mondo alchemico, magico. Se certe deformazioni segniche sono indubbiamente di citazione impressionista, io direi che il mondo di Angiola Bernardelli appartiene a un simbolismo post-romantico e onirico, dove il sogno è richiamato a fondersi nella realtà e la realtà esistenziale a modularsi nel sogno.

Lo sguardo di Angiola è tutto verso l’interno, verso gli strati profondi dell’esperienza, in ascolto di voci, in attesa di immagini capaci di sovrapporsi e amalgamarsi con quelle della realtà – verso la quale sono aperti e particolarmente prensili i sensi – e di darne una lettura più leggera, più affascinante, più seducente e, insieme, stimolante un positivo approccio al quotidiano, togliendolo dalle monotonie, dalle afasie,dalle apatie e ritrovando un po’ di entusiasmo, un’energia che torni a sottolineare la bellezza delle relazioni, l’armonia degli affetti e la profondità dell’emozione religiosa che ricollega umano e divino, esperienza reale e mistero.

I suoi percorsi segnici conservano un’autenticità e una semplicità di notevole suggestione, accostando la sua figurazione a forme di arte popolare, “ingenua” nel senso migliore del termine, che vuole sottolineare infatti la “genuinità” e l’immediata risonanza delle sue storie grafiche senza complicazioni concettuose e concettuali. Di quest’anima autenticamente legata alla tradizione di racconto figurale “popolare”, dai filò alle fiabe, dalle “storie” alle metafore giocose è conferma “coralità” che caratterizza il mondo elle sue acqueforti, acquetinte, puntasecche: ora coralità di persone, ora degli elementi naturalistici attorno alle persone, animali, fiori, stelle, uccelli, dentro e fuori, terra e cielo, terra e acqua, luci della notte, pieghe del giorno. (…)  

Giorgio Segato

 

 

 

 

 

 

 

BERTELLO GUIDO

bertelloGuido Bertello (Torino 1929-1993)

Allievo giovanissimo di Terzolo e Giansone, esordisce in seguito come grafico pubblicitario e illustratore. 

Comincia l’attività espositiva fin dal 1952 nelle gallerie torinesi, e collabora con  prestigiosi quotidiani e con illustri editori sempre come grafico ed illustratore.  Notissima la serie di brillanti copertine per il settimanale Epoca.    Negli anni ’50 vive per alcuni periodi a Parigi e ad Amsterdam, partecipando attivamente alla vita artistica internazionale.   Entra anche a far parte del gruppo Bianco e Nero , di Piemonte artistico e culturale e della Promotrice di Belle Arti; negli anni settanta realizza anche un programma televisivo che va in onda per alcuni mesi, collaborando con Bruno Munari.

Sue opere sono in collezioni pubbliche e private e molti sono i premi e i riconoscimenti che riceve.

Muore a Torino nel 1993, ma l’attività di esposizione delle sue opere e di studio del suo ruolo nella storia dell’arte italiana prosegue attivamente grazie alla moglie, signora Alba.  Infatti dal 1994 ad oggi gli sono state già dedicate quindici mostre antologiche in sedi di grande prestigio.

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BICCHI SILVIO

Autoritratto    olio a spatola 50 x 70

Autoritratto   olio a spatola 50 x 70

Bicchi Silvio junior nato a Rimini il 9 settembre 1920, si è formato alla scuola del padre Ottorino e dello zio Silvio Bicchi, entrambi allievi del Fattori.

Ha esposto in personali e collettive dal 1938 al 1962 in tutto l’Egitto. Ha diretto ed insegnato all’Accademia Bicchi di Alessandria d ‘Egitto, fondata dal padre Ottorino, dove ha insegnato per 14 anni. Prende parte alle “Biennali dei Paesi Mediterranei” in Alessandria nel 1957, 1959 e 1961.

Rientrato in Italia, dal 1962 ad oggi espone in personali e collettive sul territorio nazionale, in Francia, Svizzera, ricevendo molti premi e riconoscimenti. Insegna per 11 anni all’Accademia Romana di Arti Figurative. Si dedica inoltre a decorare Chiese, realizzando paliotti d’altare, via Crucis, vetrate, sculture ed altri lavori artistici, in numerose città italiane.

Le sue opere figurano nel Museo d’Arte Moderna del Cairo, nel Museo dell’Accademia d’Alessandria d’Egitto, nella Pinacoteca di Rimini e in numerose collezione private in Egitto, Grecia, Spagna, Svezia, Francia, Stati Uniti, Svizzera, Canada, Italia, Inghilterra, Brasile.

 

CRITICHE

… Ed ovunque giustamente ne ha ricevuto riconoscimento; meritato in quanto nel Bicchi, è evidente la quadratura morale ben valida, scevra da compromessi, lontana da formalismi preconcetti o quanto meno da evoluzioni pirotecniche e vuote…           Carlo Sesti  

 

 … Qui l’arte di Silvio Bicchi si esprime in tutta la sua potenza: la tecnica della spatola raggiunge mete di alto valore artistico non solo per il contenuto ma anche per la forma: unione inscindibile questa per l’artista, che in essa trova il modo di esprimere ogni suo stato d’animo e di comunicarlo con immediatezza. E credo che nel connubio fra quel che vuol dire e come lo dice vi sia il segreto dell’arte di Silvio Bicchi…                                Milo Corso Malaverna

 

…L’ho conosciuto tardi, e me ne rammarico. Non è semplicemente un erede tra i più genuini e reputati della pittura dei “macchiaioli”: è anche una persona di sicura finezza intellettuale, dai modi coltivati lungo una vita avventurosa, sì, ma sempre orientata sui valori che lasciano traccia.  È stato ed è “maestro” anche nel senso letterale della parola, capace di portare nell’insegnamento tesori di partecipazione umana e civile oltre che, in senso stretto, didattici…         Sergio Zavoli

 

 

 

 

 

 

 

BÒSCARO ALDA

Figura e Ambiente Interno/Esterno - 1970 olio su tela 60 x 70

Figura e Ambiente Interno/Esterno – 1970
olio su tela 60 x 70

La pittura di Alda Bòscaro verte su una poetica di calde raffigurazioni, che sanno cogliere l’innocenza dell’infanzia, e rivelare pudicamente l’intimità del mondo femminile.

Utilizzando in modo eccelso sia il pastello, che la pittura ad olio, Alda Bòscaro è virtuosa nel segno e nel colore, essendo dotata di una grazia inventiva che ricorda quella di Bruno Saetti, maestro che operò con tranquilla saggezza negli anni Novanta del secolo scorso.

La sua ricerca formale, per cui la figura umana rimane al centro dell’interesse, è intimamente connessa alla soggettività della sua percezione; in ognuno di questi lavori la scoperta dell’immagine femminile e infantile è vissuta come la rappresentazione di un mondo intatto e armonioso, dove l’effusione dei sentimenti non è mai gridata, ma sempre sottesa come fonte di ispirazione.

Con questi lavori la pittrice si riallaccia alla tradizione del Museo italiano, dove soprattutto tiene conto della lezione trecentesca dei Primitivi: questo dato stilistico si traduce in una narrazione visiva che appare di calcolata staticità.

 

 

 

 

 

 

 

 

BOSICH GIUSEPPE

Catene d'unione    olio su tela 90 x 90

Catene d’unione                            olio su tela 90 x 90

Giuseppe Bosich nasce a Tempo Pausania (SS) nel 1945. Pittore, incisore, scultore, autodidatta. Lavora a Ghilarza (OR).

Nel 1967 Ròiss cura la sua prima di oltre 500 mostre. Nel ’65 studia calcografia (Piacesi, Leoni), nel ’70 a Milano pittura con Dalla Vigna; conosce Waldberg e Henry surrealisti e il cubista Kodra. Negli anni 1980 per Agriesti illustra Il volo della Far/falla e Poesie Nere, collabora per Humor Graphic, esce il Catalogo della grafica e delle sculture (Modesti); illustra Libellule Scarlatte e Il galoppo delle Stagioni di Pau; di Agriesti Micromitologie e Il Corvo (Poe). Per S’Alvure, Naitza cura Sculture; tra il 1990 e 2000 cura le cartelle Vizi e Virtù, Lo Zodiaco, Tarocchi e Grillincubi; Margonari firma Pitture; scrive e illustra Il buco in gola. Per Bua Il Bestiario di Sandaliotis, Il Riso dell’Ornitorinco ecc.; illustra Poesie di Pau. Il 17 dicembre 2001 l’atelier di Ghilarza brucia. Nel 2003 esce Bosich (Fanari e Sirena). Docente di tecniche calcografiche e pittoriche.

“avviso: poiché ogni definizione può contenere soltanto ciò che è definibile, non definiamo Bosich. Poiché il bello non è tale soltanto se espressione di frasi belle, immagini belle, colori belli, è bello anche ciò che Bosich esprime. L’immaginario di molti (troppi!) finisce là dove l’immaginario di un singolo (Bosich) comincia. Extravagante, vagante in zona extra, a Bosich si addicono approcci extra, rapporti estetici extra, esegesi extra. La sua extravaganza è tanto extra che ai ragionatori, ai filosofi, ai critici, risulterà comunque incomprensibile… Bosich è artista capriccioso ed occupa con la sua capricciosità tutti gli spazi circostanti la capricciosità di ogni altro.

I suoi capricci sono compositi, sono mosaici, sono museo dell’immaginario più recondito (e inconfessabile)… In Bosich non si registrano cadute di desiderio nel suo rapporto con l’immaginazione, per cui la libido creativa continuamente lo pervade, e lo attiva a disegnare, dipingere, scolpire.

L’immaginazione di Bosich è sempre incinta e partorisce con facilità”.

Enzo Rossi-Ròiss, 1990

 

 

 

 

 

 

BRAGGIO FRANCO

Tramonto in campagna  olio su tela 40 x 50

Tramonto in campagna olio su tela 40 x 50

Compone una pagina pittorica fedele alla sua originaria matrice ispirativa, una pagina attraversata da fasci di luminosità. Trasparenze cromatiche affiorano sulle sue tele quasi volessero conferire all’immagine una sorta di trasfigurante visione del mondo che non perde mai, però, i connotati della propria riconoscibilità.

Nel suo lavoro sono state individuate due varianti espressive: da una parte quella «immagnifica» e dall’altra quella pittorica.

Della prima egli rivela tutta «la sua ricchezza piuttosto che di sorprenderla» della seconda, invece, egli ripropone «la pienezza dell’immagine» quasi dichiarandone che il campo d’azione della sua pittura non è stata ancora del tutto consumata e che ancora numerose sono le variazioni, le scoperte e le sorprese che la sua ricerca deve ancora conquistare e rivelare.

Giorgio Trevisan

Franco Braggio nasce a Charenton in Francia nel 1953. È stato alunno del pittore Franco Patuzzi; la prima esposizione nel 1976 alla galleria il Minotauro di Verona con i pittori Battalico e Infantino. Al suo attivo diverse rassegne e mostre personali in Italia e all’ estero, le più significative sono:

1983: Personale alla galleria “FRA’ Giacomo” Verona;

1984: Esposizione al “Salon Des Nation de Paris”, Artistes Contemporains Italiens

1987: Personale alla galleria “Arte Spazio Dieci” Bologna;

1988: Partecipazione alla “Expo Arte di Bari”;

1988: Partecipazione alla biennale d’arte “Omaggio al Caravaggio” – Museo Mystique di Malta;

1988: Partecipazione alla terza mostra internazionele del piccolo formato alla “Galleria del Bello” Taranto;

1989: Personale alla galleria “La Meridiana” a Verona;

1990: Concorso nazionale “Premio Arte 1990” Milano, classificandosi al secondo posto;

1990: Partecipazione alla seconda edizione “Expo Arte Verona”;

1991: Partecipazione alla rassegna “100 Personali-100 Pittori” Palazzo degli Affari di Firenze;

1992: Esposizione alla galleria “San Giorgetto” di Verona;

1994: Personale a Grave, Firenze;

1995: Esposizione alla galleria “Piazza Dante” Verona;

1997: Personale a Sirmione, Brescia;

2004: Collettiva alla galleria “Cortina” Milano;

2005: Personale alla galleria “Bertrand-Kass” Innsbruck.

2010: Personale a Lazise, Verona;

Gli è stato assegnato il 2° premio arte mondadori.

Attualmente impegnato in varie collettive, e personali.

 

 

 

 

 

 

 

BRUNO ANTONIA

L’attimo - 2012 olio su tela 100 x 80

L’attimo – 2012 olio su tela 100 x 80

Antonia Bruno nata a Torraca (SA), ha seguito un corso di pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma e ha studiato disegno e pittura con Gaspare De Fiori.

I quadri della pittrice Antonia Bruno ti costringono “a vedere” oltre la tela e i colori che vi sono impressi e ti trasmettono sensazioni ed emozioni particolari, perché l’artista non si ferma alla superficie della realtà, non usa i colori solo per comporre una bella rappresentazione cromatica ma mostra la profondità del suo animo; riesce ad elaborare  in modo originale gli aspetti della realtà che dipinge e ti trasporta, così, nel mondo dei sentimenti veri, suggerendoti riflessioni e ricordi.

Quando ho avuto modo di ammirare il quadro della “Natività”, che fa bella mostra di sé nella suggestiva Chiesetta della madonna dei Cordici, ne sono rimasto colpito: la sacralità del Presepe è rimasta tale nella rappresentazione, anzi è stata messa di più in evidenza, anche se i personaggi del Vangelo sono stati “umanizzati” ed inseriti in modo mirabile nello scenario che non è quello della Palestina, ma è quello di Torraca.                        Gioacchino Vaiano

 

 Nella chiesa dei Cordici figura un suo dipinto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CABRINI LAURA

 

Musica e sinfonia a Monaco - 2012  acquerello

Musica e sinfonia a Monaco – 2012         acquerello

Laura Cabrini, pittrice e poetessa, è nata a Carbonara di Po (MN). Fra le svariate tecniche che usa predilige l’acquerello. Si è diplomata all’Istituto d’Arte di Rovigo sotto la guida del Maestro Fausto Bolognini. Ha esposto in diverse città italiane e all’estero ottenendo premi e riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale. Fa parte di importanti sodalizi artistici ed è Membro del Centro Culturale La Pleiade di Milano. Numerosi sono i critici che si sono occupati delle sue opere con pubblicazioni su riviste specializzate, cataloghi ed annuari. Da fine giugno ad agosto di ogni anno espone in permanenza presso il suo Studio-Galleria di Montello di Torriana (Rimini). Le sue opere fanno parte di diverse collezioni private italiane.

Le opere di Laura Cabrini ci offrono sfaccettate visioni della realtà ambientale, sottese da una vasta gamma di stati d’animo ed emozioni.