RAZA CLAUDIA

Marosi - 2009  tecnica mista 50 x 40

Marosi – 2009                             tecnica mista  50 x 40

Nata a  Cividale del Friuli si è avvicinata alla pittura seguendo i corsi di Vitiello e Tomadini e successivamente, trasferitasi a Trieste, frequentando la Scuola Libera di Figura del Civico Museo Revoltella (Nino Perizi) e la Scuola Libera dell’Acquaforte di Carlo Sbisà.

Ha approfondito in seguito le tecniche dell’incisione frequentando a Venezia la Scuola Internazionale di Grafica, per poi partecipare alla fondazione della stamperia “Tintoretto”. Claudia Raza è attiva anche come insegnante di grafica e di pittura, ha illustrato libri e collaborato alla scenografia con opere dia proiettate del dramma sacro “La visione di Hidegarda”. Affianca al raffinato gesto pittorico il linguaggio della poesia.  Claudia Raza con eleganza spirituale comunica la dimensione del bello dell’umana esistenza.

 

Il postmodernismo ha creato una società “liquida”, dove il mondo si è trasformato in reality, assegnando più valore a quello che si dice rispetto a quello che si è a  quello che si fa.

Ma gli artisti possiedono da sempre quella caratteristica innata di percepire in anticipo le mutazioni in atto nel contesto epocale in cui operano, e oggi ci segnalano che di fronte all’accesso di finzione imperante è giunto il momento di rivendicare il valore della realtà rispetto all’illusione. Lo afferma anche Claudia Raza … lo fa presentando una serie di acrilici su tela che rivelano la precisa volontà di fissare un sentimento, un amore o un ricordo, stimolando pensieri e suscitando sottili inquietudini, sempre attingendo alla sua plurima personalità artistica di pittore, incisore e poeta.

I riferimenti culturali rimandano alle avanguardie del primo novecento, mentre l’ispirazione è di tipo naturalistica e legata al Carso e alle foci del Timavo.

Dalle avanguardie, la Raza ha raccolto quella caratteristica di guardare all’indefinito e all’indefinibile senza ripudiare la realtà; dalla natura del Carso e del Timavo, l’artista coglie i contrasti imprevedibili di un universo aspro e dolce, che diventa metafora esistenziale e specchio di provocazione e di confronto.

Ecco che allora sintetizza nelle sue opere, attraverso i suoi mezzi (linea-luce-forma-colore), una sua realtà, lontana dalla semplificistica imitazione del reale, che declina un nuovo livello di verosomiglianza, coniugando natura artificio e cultura.

Così, attraverso la lente artistica, scopriamo nelle opere della Raza quella poetica che racconta la forza della natura e il mistero del suo continuo rigenerarsi.

Intuiamo anche il suo dialogo con la realtà carsica, intesa come un territorio dell’anima, che si sviluppa negli intrecci,nei graffiti di linee filiformi che si annodano e si sciolgono, formando grovigli o fitti reticolati.

Trame di gabbie fantastiche simili a matasse di fili arborei che si piegano come fili d’erba a un soffio di vento, quasi a simboleggiare e ricordare la fragilità dell’uomo contemporaneo.

Sono opere che rivelano l’interiorità complessa dell’artista e dalle quali emana quella sensazione di “silenzio” che fa rievocare suoni, soffi di vento, ritmi, visioni e memorie che nascono dall’osservazione e dall’amore per la vita e per l’ambiente.

Con quella eleganza spirituale che diventa dinamica del pensiero, comunicazione del sentimento, ricerca del bello, dimensione dell’umana esistenza.                       Franco Rosso