Archivio mensile:febbraio 2014

MASSOLO MARIO

Negizio di biciclette a Bellaria - 1994 olio su tavola telata 70 x 50

Negizio di biciclette a Bellaria – 1994                        olio su tavola telata 70 x 50

Mario Massolo è nato a Casale Monferrato (AL) nel 1936. In età giovanissima ha frequentato per qualche anno lo studio del pittore Gino Mazzoli. Trasferendosi con la famiglia a Milano ha studiato con la pittrice Elena Mazzari (1952-56). Approdato a Rimini all’inizio degli anni 60, nel 1965 ha allestito la sua prima mostra personale. In quegli anni ha preso parte a concorsi di pittura riportando ottimi risultati di pubblico e di critica. In anni più recenti ha approfondito le tecniche dell’incisione avendo come insegnanti il prof. Giulio Bars di Roma e l’incisore Giorgio Matteini di Pesaro. Nel 1972 ha fondato, con il pittore Ivo Casadei la scuola serale di pittura di Coriano e dal 1997 dirige una scula d’arte a Rimini.

Nel 1976 ha partecipato su invito all’esposizione ufficiale dei pittori italiani nella ricorrenza del Columbus Day a New York.

Sue opere figurano in raccolte pubbliche e private in Italia, Francia, Germania, Olanda, Belgio, Svizzera, Svezia, Portogallo, Inghilterra, Canadà, Venezuela e Stati Uniti d’America ed in alcune chiese italiane.

Ha allestito più di duecento mostre personali a Roma, Milano, Bologna, bari, Mantova,Lecce, Catania, L’Aquila, Sassari, Taranto, Messina, Viterbo, Forl=, Frosinone, Rimini, Cesena, Riccione, Voghera, Iesi, Fiuggi, Olbia, Tuscania, Clusone, Cogne, Sansepolcro ecc. In America ha esposto al Graziani Center ed al 20th Century Art from Italy di New York.

Il Merril Chease Center di Boston gli ha allestito una sala con mostra personale. In Venezuela ha esposto a Caracas, Maracaibo e Valencia. Diverse volte in Repubblica di San Marino ed in Francia a Lione, Epinal, Rouen. La sua opera è stata più volte recensita dalla RAI e da diverse emittenti regionali.

Mario Massolo ha certamente il gusto del “naturale”, o di ciò che egli con l’arbitrario diritto che tutti riconosciamo agli artisti, elegge a simbolo della natura. Ma è tutt’altro che un naturalista poiché non si limita certo a dar riscontro d’immagine ad un “vero” predisposto, o disposto in qualche ordine d’eternità, ma esplora e dà strutture ad una realtà che è prima di tutto pittorica e, non in secondo luogo, mentale e perfino intellettualistica. 

Franco Solmi

 

MASTRANGIOLI EMIDIO

 

Natura viva - 2013 olio su tela 55 x 45

Natura viva – 2013                          olio su tela 55 x 45

Emidio Mastrangioli, Artista Abruzzese è nato a Popoli (PE), il 4 giugno 1988, vive ed opera a Sulmona in via W. Kaden, 46. 

Sin dalla tenera età dimostra una grande passione per il disegno e la pittura, che approfondisce da autodidatta. In seguito si iscrive all’Istituto d’Arte della sua città.

Nel 2005 tiene la sua prima mostra personale al Castello Cantelmo di Pettorano sul Gizio, curata dallo storico dell’Arte Franco Cercone, riportando un notevole successo di pubblico e di critica.

 Molti sono i periodi di passaggio stilistici che ha affrontato e l’approdo alle sue “nature vive”, caratterizzate da bottiglie stilizzate e alterate pongono una linea d’intersezione tra il reale e l’immaginario quotidiano. La capacità compositiva si basa di una talentuosa e spontanea attitudine narrativa che rivela un figurativo sincero ed essenziale.

 I protagonisti divengono così essi stessi portavoce di una lirica pittorica robusta in tutte le sue implicazioni estetiche. Eleganza stilistica ed equilibrio formale sono le caratteristiche ravvisabili nelle sue opere. La sua pittura cerca di ricordare che anche l’immagine classica appartiene al divenire.

 Nel 2006 realizza il I° Palio delle Cinque Porte che si tiene a Pettorano sul Gizio e dallo stesso anno espone in varie collettive, Gallerie d’Arte italiane ed estere e partecipa a concorsi nazionali ed internazionali (Roma, Padova, Piacenza, Torino, Taormina, Lecce, Martano, Palermo, Halle, Parigi) ricevendo premi e riconoscimenti.

Nel 2010 dona la sua opera “Ritratto di Celestino V” a S.S. Papa Benedetto XVI in occasione della Sua visita alla città di Sulmona.

 

Nel 2011 espone presso la sala del Carroccio nel Palazzo Senatoriale in Campidoglio per una Rassegna d’Arte dedicata al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia.

Nell’ambito della X^ edizione della Cordesca organizzata dall’Associazione Giostra Cavalleresca di Sulmona realizza il Palio 2012.

 

Nello stesso anno partecipa per invito al XXXIX Premio Sulmona – Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea, presieduto da Vittorio Sgarbi.

E’ presente in vari dizionari e cataloghi d’Arte, tra i quali si cita il Catalogo dell’Arte Moderna (numero 47) edito dalla Mondadori.

 Si sono interessati al suo lavoro critici e storici dell’Arte tra cui: A. Barbagallo, C. Barcone, A. F. Biondolillo, F. Cercone, C. Curini, M. Ferloni, R. Franco, P. Levi, D. Marasà, M. Marcone, S. Russo, S. Serradifalco, E. Splendore, C. Strozzieri, P. Vergaro, ecc.

 Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private italiane ed estere.

 

 

 

 

 

MATTANA JEAN-LOUIS

Jean-Louis Mattana (Reims il 18.9.1921 – Torino 29.7.1990) Ha operato a Torino, a Pietra Marazzi (AL), a Parigi, Neuilly, Cannes e Cernay, in Alsazia, dove sino al 1986 ha tenuto un atélier.

Sue opere si trovano in collezioni in Italia, Francia, Germania, Svizzera, Canada, Belgio, Austria e Olanda; nel Museo di Saint Paul de Vence, nella Pinacoteca Civica di Casale Monferrato, nel Centro Comunale di Cultura di Valenza e nella Collezione Civica d’Arte a Palazzo Vittone di Pinerolo.

L’itinerario artistico di Jean-Louis Mattana, non è stato affinamento tecnico fine a se stesso, ma costante adeguamento alle mete di un’incessante ricerca interiore, in costante dialogo con l’arte figurativa, la letteratura, la musica, la filosofia.

L’arte di Mattana tende ai significati ultimi, dalla “veduta” parigina, che allude a Utrillo, al paesaggio sintetico che ritiene della pittura metafisica, all’essenzialità dei dipinti più recenti, in cui una linea nera, due fasce e un cerchio di colore evocano una contemplazione atemporale, carica della tensione del Tutto. Dagli anni ‘40 alla fine degli ‘80, attraverso le visioni rese “drammatiche” da scuri tratti intrecciantisi (i porti degli anni ‘50), la pittura materica e scabra disposta in campiture geometriche (i “muri”, i “tetti”), e l’affacciarsi enigmatico ed inquietante dei grandi fiori antropomorfi (anni ‘60 e ‘70), si giunge, attraverso le campagne e le marine, all’estrema e tesa sintesi finale. Sin dagli esordi c’è costante tendenza ad individuare le linee di forza dell’immagine e a tradurre il colore naturale in espressione dell’interiore. Riferimenti sono le vetrate gotiche nelle campiture di colore, nella sintesi, nel segno nero che intesse trame, il platonismo di Piero della Francesca; le teorie sul colore dei maestri novecenteschi che ne hanno rilevato l’espressività dei timbri e della matericità, aspra o lieve; la scomposizione geometrica della visione, da Cézanne e dal Cubismo. Pur nella rarefazione l’arte di Mattana è sempre riconducibile al referente esterno, che ha suscitato l’emozione iniziale, che il pittore cattura e cristallizza nell’immagine.     F. De Caria

Chambre de Commerce Italienne pour la France, 1993

Dall’esordio alla galleria torinese il Grifo del 1950, l’attività espositiva in tutta Italia e all’estero è stata intensissima. Ne resta traccia anche nei commenti critici di particolare efficacia.

“…L’impianto pittorico fondamentale oscilla tra un vedutismo ottocentesco, ridotto a piani assai semplificati, e certa ricerca di essenzialità coloristica… derivata… dalla Scuola Romana e da Mafai”                 (La Stampa 4.5.1950)

“…Predilige in certi paesaggi la calma di Morandi… Nella Place du Tertre… un’eco della malinconia utrillesca”           (M. Bernardi, “Torino” 15.6.1950)

“…Egli scarnifica… all’essenziale… Tutto è chiuso in un’amarezza priva di speranza: blocchi di case pervase di solitudine, alberi nudi… ritti come statue o dolorosamente contorti, simili a sbarre…”   (“La Verità”, Brescia 6.3.1955)

“…Traspare la secchezza e la malinconia propria degli Ossi di seppia …”    (“Giornale di Brescia”, 4.3.1955)

“…Una simbolica sintesi…in un silenzio distaccato di una nuova sensibilità affiorata dalla luce cromatica…”  (A. Mensi, “La Maggiolina”, Alessandria, 1968)

“…il colore… spatolato sul quadro con forza robusta e decisione… crea degli stacchi tra le varie dimensioni e svincola il quadro da ogni legame descrittivo e lo colloca su un piano… di intenso lirismo, in una… atmosfera neometafisica…”   (R. Capanna, “La voce Alessandrina”, 20.3.1968)

“…A un gusto per il naturalismo astratto che in Francia ha avuto tanti estimatori… si affianca un sentimento di discreta malinconia tipico degli artisti piemontesi… Fantasmi di cose, colori scarnificati di ogni naturalismo.”  M. Vescovo – “Il Piccolo”, 1968

“…Un rigore rinascimentale nella impostazione del quadro, un sole … cerchio perfettissimo campito in un cielo di cobalto compatto posa su un orizzonte preciso di mare viola come nel verso di Omero… grandi massi bianco-grigio in primo piano oppongono la loro materiale scabrosità …”     (S. Taricco in “La Gazzetta di Asti”, 19.10.1972)

“…Ceux qui aiment au delà de la simple apparence des choses… se retrouveront devant ce monde de silente et prendront la pause de l’ame pour ce hymne à la nature où l’homme est réconcilié avec ses racines dans une commune étérnité…”          (“Thann”, 17.8.1977)

“…Subentra un inquietante interrogativo: se questa linea o questo ciuffo d’erbe… non siano l’irraggiunta chiave del dialogo, se montalianamente ogni cosa non rechi scritto “più in là”, se la perfetta calma non sia un gridare un grido muto…”      (D. Taverna, Catalogo della Mostra di Palazzo Vittone, Pinerolo, 1987)

 

 

 

 

 

MAZZONE EMANUELA

Gretha - 2010 acrilico su tela 60 x 80

Gretha – 2010
acrilico su tela 60 x 80

Artista pugliese, ha studiato Pittura presso l’Accademia di belle Arti di Bari.

Personalità poliedrica dai molteplici interessi artistici e culturali, inizia il suo percorso ispirandosi a quello che la letteratura le suggeriva e continuando con la musica, il pensiero filosofico,il cinema e l’architettura.

Partecipa a  concorsi di pittura ed è finalista in alcuni come ne la “telaccia d’oro” così come nel concorso dedicato a Leopardi. Piuttosto schiva, preferisce lavorare e non apparire. Passa attraverso diverse esperienze artistiche, come la ceramica l’arredamento ed il trompe l’oeil.

Insegnante di disegno e storia dell’arte , espertta nell’arte pugliese, specializzata in restauro. Ha restaurato diversi dipinti murali e ne realizza nuovi. Specializzata in interior design le piace creare ambienti  “pittorici”.

I sui dipinti di ricerca personale sono domande esistenziali, scavano la materia indagandola parallelamente al pensiero.

Nasce ogni volta un concetto che ha valenza di opinione suscettibile di cambiamenti e ripensamenti come potrebbe ogni opinione nel tempo.

 

 

 

 

 

 

MEINERI ALDO

Rovi olio su cartone 70 x 100

Rovi             olio su cartone 70 x 100

In un apparente “informale” analogico compare infatti il “naturale”, un naturale avanzato su zone di sensibilità sempre ulteriori verso i segni, le parole, frammenti di linguaggio espressivo che crea un mondo, un universo di memorie galleggianti nella materia pittorica e inutile nella diversità dei modi simbolici.

Il risultato non può non essere che quello suscitato dalle interrelazioni fra l’effusione dei fatti o dei sentimenti, astratti dalla realtà, e l’inquadratura dell’immagine.

Guardando i quadri di Aldo Meineri penso all’artista in rapporto all’ignoto sottolineato da Will Baumeister alla ricerca dell’autentico valore dell’arte e delle sue esigenze “non figurative”.

Il passaggio alla Action Painting, che Harold Rosemberg disse della stessa sostanza metafisica dell’esistenza dell’artista, può darsi che avvenga, dunque ,in Meineri per le allusive fantasie metamorfosiche di Sutherland e per i transiti analogici alla condizione umana colti da Tapies o, forse, anche da Hartung. Tuttavia nella sua pittura più che la rappresentazione, più che gli esempi di alcuni contemporanei, è il puro gesto auto affermativo ad avere giurisdizione ; la tela o il supporto, sensibilizzati di estreme sottigliezze e poeticamente commossi, rivelano un grado di rarefazione che si fa spazio nella luce.

Ragioni sufficienti, forse, a convincerci, dopo tanto guardare, che il lavoro di Meineri altro non sia che una sorte di reificazione visiva delle modulazioni sensibili o delle formulazioni fenomeniche interne che graduano i registri della sua misura intellettiva. Germano Beringheli

MERCOGLIANO ANNA RITA

Il ritorno degli angeli - 2009 olio su tela 40 x 30

Il ritorno degli angeli  –  2009    olio su tela 40 x 30

 

Pittrice nata ad Ottaviano (NA), ha esposto in numerose mostre e rassegne in Italia e all’estero, ottenendo apprezzamenti dalla critica, premi e riconoscimenti.

Fra le mostre e i premi più importanti si citano: 1998, Rassegna Museo Etnografico di San Pietroburgo, Russia; Collezione Infanzia Negata “1° classificato premio giornalistico” Napoli; premio A.I.P.H., Napoli; 1999, Premio Città di Zurigo – Accademia Gli Etruschi; 2003, Premio Mizuno al Concorso di Poggiomarino; 30° Mostra Collettiva Parigi Galleria The Colour: Titolo di Mecenate della Cultura Pro Humanitate Valori; 2009, nomina di Cavaliere dell’Isola di Malta e premio Parga, Grecia Accademia dei Dioscuri.

 Citiamo alcuni critici: Punzo, Zariatti, Raia, Caggiano, Luppino, Lanuale, Zolfino ed altri

 

 

 

 

 

MIJICH INGRID

Genesi 2 - 2010 acrilico, sabbie, applicazione ceramica 100 x 100

Genesi 2 – 2010
acrilico, sabbie, applicazione ceramica 100 x 100

Mijich Ingrid vive e lavora a Cosseria (Savona). L’insegnamento delle materie artistiche è stata la sua attività primaria, pur dedicandosi costantemente alla ricerca pittorica, con esperienze nel campo della ceramica. Ha esposto periodicamente in mostre personali e collettive sul territorio ligure.

Il percorso genealogico di Ingrid Mijich si è ormai attestato su lavori artistici ben consolidati, arrivando alla pura astrazione.

La cifra fondamentale della sua arte è caratterizzata da due figure geometriche, il cerchio e il quadrato, con colori che vanno dal rosso fuoco al sottobosco e una tecnica composta da smalti, acrilici, sabbie, ceramica.

La sua pittura, dalle linee nette e ben definite, affonda le radici nella cultura primitiva e ella filosofia greca, per spaziare poi nell’arte rinascimentale, nel buddismo, nella psicologia.

Il cerchio è la forma perfetta, non ha inizio né fine, né direzione, né orientamento, simboleggia Dio, il cielo, l’infinito; i suoi cerchi rosso fuoco, attraversati da grigie e marroni pennellate orizzontali, verticali, oblique, rappresentano il sole, la vita, il cielo, il mondo soprannaturale, il cosmo.

Il quadrato invece è la forma finita, simboleggia la terra; i suoi quadrati, dal tratto delicato ma preciso, rappresentano l’imperfetto, l’uomo che non è raffigurato, ma celato nei colori  nelle forme.

Nelle tele di Ingrid Mijich il cerchio ed il quadrato esprimono il desiderio di armonia ed equilibrio  tra cielo e terra, tra Dio e l’uomo, la natura è interpretata e rivisitata attraverso la geometria ed i colori, in particolare il rosso, simbolo dell’origine della vita; in ogni composizione traspare l’anelito alla serenità, alla stabilità, così difficile da raggiungere per l’uomo moderno.

Maria Teresa Gostoni

 

 

 

 

 

 

Ökra (Antonio Torzolini)

 

Universo Femminile n. 14 - 1985 strutturazione su tela cm 296 x 206, cmq 60976
Universo Femminile n. 14 – 1985
strutturazione su tela
cm 296 x 206, cmq 60976

 

(…) “Alla sabbia che imprevedibile scivola e fugge sopra il piano, Torzolini ha proposto dapprima la nettezza del gesto, poi solo “Vibrazioni”, dunque parcellizzazione e moltiplicazione di quel gesto.

Sollecitata, la sabbia evoca “ad un certo punto” forme che mai potresti imporle , e che non ti appartengono. Elementi grafici molto lineari, striature, galassie rarefatte, poi volumi compatti come sassi, pianeti sconosciuti, vere strutture plastiche, perfette come uova e che parrebbero di granito, di pietra lavica immemoriale, emananti luce propria. Zenit dell’art: distinguere, mettere in evidenza una parte, un dettaglio e farne un assoluto” (…)         testo critico di Marco Di Capua

 

 

 

 

 

 

OPPO MARIA GRAZIA

Maria Grazia Oppo nasce a Ghilarza e vi trascorre la sua infanzia, per poi trasferirsi a Cagliari dove cresce come persona e come artista. Si diploma e specializza presso le Accademie di Belle Arti di Roma e Perugia e, in seguito ai suoi studi, insegna come docente di disegno e Storia dell’Arte presso il Liceo Artistico di
Cagliari per circa 35 anni. Giovane donna dal carattere piuttosto schivo, preferisce,
per diversi anni, approfondire le sue conoscenze e possibilità espressive con il lavoro in studio, disertando intenzionalmente le attività delle gallerie espositive,
sino a quando la sua produzione non desta l’interesse di esperti e appassionati che la spingono a socializzare la propria arte. Le sue opere vanno dalle istallazioni e sculture all’aperto, di grandi dimensioni in rapporto alle misure urbane, ai gioielli, per i quali riesce a creare un connubio di materiali diversi, incastonando preziosi fossili e minerali allo stato grezzo, o minuscole ceste in perfetta armonia, agli oggetti di uso comune ma rivisitati dalla mano dell’artista. Giunge così alla sua maturità artistica e personale, esprimendo nelle sue opere le proprie radici ma dotandole di ali che le rendono leggibili e comprensibile a tutti. Questo è chiaramente espresso nella mostra “Riflessi di giunco” che dal 20 maggio al 12 settembre di quest’anno è ospitata presso il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni popolari, a Roma. L’esposizione, che rientra nel progetto “Identità e differenze. La mano dell’uomo”, a cura di Elisabetta Governatori, mostra nelle opere dell’artista la forte necessità di collegare l’arte e il design con il lavoro dell’artigiano, che diviene così strumento contemporaneo a salvaguardia degli antichi lavori quali bene culturale di un popolo. Così la mostra “Riflessi di giunco” affonda le sue radici proprio nel territorio, nella Storia della Sardegna e si proietta nel futuro creando un dialogo ideale tra passato e presente, tra artigianato e arte, tra insularità e resto del mondo. Le opere partono da un nucleo centrale ospitato nella Sala delle Esposizioni temporanee, dove immagini proiettate a corredo dell’esposizione forniscono il filo conduttore che armonizza nella narrazione i diversi aspetti presenti negli stagni, quali la pesca, l’opera dell’artigiano, l’opera dell’artista e si distribuiscono lungo tutto il percorso del museo. La serie d’installazioni, fasci di filtri degli stagni integrati agli elementi dismessi di macchine industriali e gli elaborati gusci di fibra naturali trasformati in sedie, amache, culle, sostenuti da semplici e lineari strutture di ferro, si alternano ovunque nel Museo, talvolta in vetrina, talvolta in sala, accostati in modo armonioso agli oggetti del passato di tutto il Paese, in un dialogo intimo e costante. In quest’ambiente così suggestivo, abbiamo incontrato l’artista che ci ha incantato per la luminosità dello sguardo e la semplicità con cui si è concessa alle nostre domande.

 

PACIARONI ENA

PACIARONIEna Paciaroni è nata a San Severino Marche (MC), diplomata presso l’Istituto Statale d’Arte di Macerata. Predilige dipingere con la tecnica ad olio, acrilico e carboncino. Si esprime con l’astrattismo concettuale, inventivo.

Ena Pacironi è stata citata dai critici Maurizio Vitiello, Arnaldo Colasanti, Dino Marasà, Dott. Salvatore Russo, Pittore Enrico Benaglia, Dott. Nadine Giove, Prof.ssa Anna Francesca Biondolillo, Pompea Vergaro, Mariarosaria Belgiovine, Caterina Randazzo, Fabio Fulco, Sandro Serradifalco.

Recenti eventi espositivi

Riconoscimento internazionale “L’Ercole di Brindisi”; Esposizione Galleria “Il Trittico”, Roma; Premio Primavera, diploma d’Autore, del Ciac. Roma; 1° premio Andalo (TN); Ospite artista-Diploma di merito 39° concorso “S. Giovanni Bono” Cesena; Attestato di merito artistico 1° Biennale Internazionale Lecce – selezionata al “Premio Internazionale Tokio”; Ammessa Internazionale Italia 2011 “Villa Gualino” Torino; Personale ad Andalo; Triennale di Roma 2011; della Lupa Roma 2012 quarto premio; Biennale Gondola D’Oro 2012 Venezia; Concorso Internazionale La Spadarina 2012 (Restiamo Umani); Esposizione Galleria Esart Barcellona Spagna; Galleria New Artemisia Bergamo; CollettivaBratislava, curatore storico d’arte Dott. L’Uboslav Moza; Ammissione al Premio Biennale Nobel Dell’Arte Montecarlo; Ammissione Biennale Internazionale D’Arte di Palermo. Sue opere sono custodite in collezioni pubbliche e private.

Ammirando le opere di Ena Paciaroni, si avverte subito che qualcosa le unisce e le rende uniche: la sinuosità. I soggetti galleggiano in un mare di colori, avvolti da onde concentriche ordinate e silenziose, ma anche irruenti ed instancabili di rincorrersi e di volteggiare.

E’ un crescendo: l’opera danza…                       G. Castiglioni

 

 

 

 

 

 

PAPACCHINI ROSSELLA

Attesa malinconica   olio su tela 70 x 100

Attesa malinconica
olio su tela 70 x 100

Rossella Papacchini fin da ragazza subisce il fascino delle arti figurative tanto da portarla a riempire fogli, blocchi e quant’altro di colori a tempera, gessetti matite….

La voglia di sperimentarsi e di indagare su altri linguaggi visivi,la porta a iscriversi nel 1982 al corso di fotografia all’Accademia di Belle Arti a Viterbo, esperienza questa che la porterà alla pubblicazione di alcune sue foto nel libro “Arte e Accademia” edizione 1988.

Nel 1992 ha creato uno studio di pittura e come autodidatta, si è dedicata alla pittura su vetro, ceramica e peperino realizzando diverse mostre personali e collettive.

Non contenta della sua formazione autodidatta, nel 2002 si iscrive al corso triennale di pittura nella Scuola di Arti Visive “Next” arrivando così a perfezionare tutte le tecniche, dall’acquerello alla matita dal gessetto all’olio agli smalti… utilizzando vari supporti; tele, cartoncini, mattonelle di ceramica,vetro, stoffa,metallo…

Ha esposto e partecipato a concorsi in diverse località italiane ed estere quali Venezia, Torino, Ferrara, Lucca, Padova “Fiera”, Firenze, Roma, Terni, Chieti, Macerata, Tarquinia, Caserta, Bari, Palermo, Parigi, Bruxelles, New York, Tokio…                                                                             Dott.  Sonia Pinto

 …la pennellata sicura nella ricerca di una dimensione  che oltrepassi quella spaziale, Rossella Papacchini compie un percorso interiore che è approfondimento di una propensione elegiaca.

In un’atmosfera sognante e senza tempo, pervasa da sentimenti malinconici, l’occhio dell’osservatore si fa tramite di percezioni emotive che lo pongono in un rinnovato rapporto con la realtà.

L’opera pittorica di Papacchini conduce in una dimensione evocativa ponendo la quotidianità in un altrove quieto e silenzioso dove l’anima trova riposo nella contemplazione.                                                        Prof.  Paolo Levi

Si può definire l’artista dall’ingegno poliedrico. La sua arte è varia e mista di tecniche, riesce a mettere perfettamente in evidenza l’io irrequieto, ma sensibile.

Le piace provare stimoli da ogni spunto, così è riuscita a perfezionare la sua preparazione tecnica con costanza e serietà, riuscendo perfettamente nel suo scopo.

…le sue opere sono espressione della sua Anima… sempre ricche di sentimenti ed emozioni, si può definire pittrice di sogni e memorie, dove ogni sua creatura è narrata con poesia.                              Dott. Elena Cicchetti

Poche volte nei miei lunghi itinerari alla ricerca di nuove suggestioni dell’arte mi sono imbattuto in artisti capaci di evocare nella mia mente paesaggi dell’anima come Rossella Papacchini.

L’arte in lei è pura poesia, fatta di ricerche cromatiche che appartengono più all’inconscio che alla realtà dei sensi: sono vere escursioni nel mondo del non vissuto, nostalgie solenni e disarmanti solitudini.

In Rossella Papacchini e quindi di conseguenza nelle sue opere, convivono passioni inespresse forze ancestrali che si fronteggiano in una guerra senza fine, una guerra di perenni attese che la veste di quiete romantica non riesce completamente a nascondere.

Aldilà di viali interminabili, di finestre spalancate, di orizzonti miti si agitano gli spettri di turbamenti antichi e l’arte si fa carico, con sapiente forza narrativa, di farci sentire la presenza di essi.

Grande è il messaggio di Rossella Papacchini quando diventa la lirica più pura di una natura che grida in silenzio, tutto l’amore possibile per un’umanità dolente e perduta, che solo la bellezza può condurre verso l’assoluta e definitiva redenzione.                         Dott. Stefano Solimani

L’ espressione pittorica di Rossella Papacchini denota un grande ed innato talento che si accompagna ad una perfetta conoscenza delle tecniche realizzate.

L’ottima figurazione di romantico respiro ci regala sul supporto paesaggi, scorci, volti che sono tutti delle metafore della complessità del mondo e della percezione umana, il nostro animo rimane affascinato e prova emozioni diverse e d’intensità variabile.

La Papacchini riproduce questi livelli di intensità con il sapiente dosaggio cromatico e le infinite sfumature della tavolozza, attuando in ogni sua opera un nuovo percorso di ricerca espressiva ed estetica.

Si serve anche di un dosaggio luminoso che conferisce un dinamismo notevole ai costituenti il suo palcoscenico. Tutti i supporti più comuni, legno, tela, ceramica, vengono impreziosite dalle gocce del colore e dal segno dell’artista, elevandosi al rango di opera d’arte.        Dott. Dino Marasà

Il pennello è mosso dalla mano e dal braccio ma, contrariamente a molti pittori, quello di Rossella è collegato alla sofferenza della propria anima ed è questa che consegna il colore al disegno alla tela alla ceramica e al vetro….

…le sue realizzazioni non si basano sulla ricerca esteriore ma su quella interiore…

Stefano Leonardi  Prof. Ass. Smithsonial Ist. Anthropology Dpt. Washington D.C.

2008 - Premiata al concorso 3° Premio Internazionale di Pittura Scultura e Grafica Boè di Palermo

 2009 – Premiata al concorso “Premio Giotto” di Padova

 2009 – Premiata al concorso 3° Premio Internazionale Arcaista di TARQUINIA

2009 – Presente  alla  FIERA di PADOVA

2009 – Mostra permanente alla galleria “GIO’ ART” di LUCCA

2010 – Premiata al concorso “TOKIO” di PALERMO

2011 – Premiata al concorso “TIRASACCHI” VITERBO
2011 – Premiata al concorso “PREMIO INTERNAZIONALE ARCAISTA”  TARQUINIA 

2012 - Collaborazione con la WHIRLPOOL per il progetto “ TRADIZIONE e INNOVAZIONE”

 

PARKINSON ANNA

Orange peonie & barbthroat - 2008  30 x 24

Orange peonie & barbthroat – 2008                 30 x 24

Nella pittura di Anna Parkinson ritroviamo temi diversi come paesaggi e marine di rara bellezza, fiori, velieri, animali selvatici. In alcune opere le immagini evocano esperienze di vita, soprattutto situazioni ambientali che si rifanno al lungo periodo da lei trascorso in Africa, e che hanno lasciato sicuramente un segno profondo nella sua anima … La Parkinson ha affinato le sue doti, giungendo ad una misura espressiava di notevole validità ed efficacia. La sua pittura è ben costruita sul piano compositivo, limpida nell’articolazione delle luci e nitida nell’orchestrazione dei colori, che si intonano sempre in raffinate armonie.

Artista eclettica e sensibile nota ed apprezzata sia in Italia, ove attualmente risiede, che in Inghilterra ove è nata e con la quale ancora oggi intrattiene interessanti e proficui rapporti artistici con importanti Associazioni e gallerie d’Arte; nella sua lunga e gratificante carriera di emerita artista ha inteso principalmente perseguire, privilegiandola nel contesto delle altre, una sua particolare “linea tematica” risaltante scenografie ed ambientazioni faunistiche e paesaggistiche della sua “amata Africa” ove, avendo a lungo soggiornato in Kenia e Tanzania, ha potuto, non solo ad un livello personale, ma anche psicologico, particolarmente “compenetrarsi” in una meravigliosa ed affascinante sensazione creativa e descrittiva” che soltanto chi ha personalmente vissuto in quel meraviglioso Continente che è l’Africa può compiutamente “raccontare”. Nascono, in tal modo, stupende Opere Pittoriche che l’artista Parkinson …

… Romantici velieri, imponenti galeoni … vengono mirabilmente raffigurate dall’artista Parkinson nel contesto di affascinanti scenografie marine ove albe, tramonti e tempeste vengono stupendamente “illustrati” con un singolare verismo “tattile”, mediante coinvolgenti tonalità cromatiche di singolare abilità esecutiva. Pertanto, considerando la Sua conclamata valenza artistica, sia a livello concettuale che creativo in funzione della Sua istintiva sensibilità interiore che ben evidenzia nelle Sue poliedriche ematiche “concretizzate” con una particolare ed intima sensazione emotiva, si può – a giusto merito – annoverare la Pittrice Anna Parkinson fra i più qualificati esponenti di quella Pittura intimamente e sentitamente verista ove “grafia” e “colore” vengono abilmente espressi mediante “ideogrammi” di squisita fattura nati dal profondo inconscio creativo dell’Artista.

 

 

 

 

 

PASCAR

Città dei morti

Città dei morti

Carmelo Pasini in arte ” Pascar”, pittore figurativo moderno-informale.

Ha allestito mostre personali e partecipato a collettive e rassegne in Italia ed all’estero, ottenendo premi e riconoscimenti.

Nominato “Maestro” dalla Federazione Nazionale Esperti e Critici d’Arte, fa parte del centro Universitario Francese.

Hanno scritto di lui numerosi critici, tra cui: Chiesa, Falossi, Gelmi, Ghilardi, Malmo, Mula, Pasolino, Perdicaro, Poncioni, Strengacci, Taglia, Villatorta.

Le sue opere sono state esposte a: Young Museum, Centro Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea; Palazzo Ducale di Revere (MN); Guang Dong Museum, Guangzhou (Cina); Fiera Artexpo Monza. Fa parte della Commissione Critica di Premi Qualificati.

Le sue opere si trovano presso collezionisti italiani e stranieri, nonché enti pubblici e centri culturali e didattici. L’opera informale di Carmelo Pasini Pascar rimanda ad una personalità artistica dalle forti connotazioni introspettive capace di mantenere un segreto.

Un mare lambisce una terra che è un porto di anime alla volta di un appiglio certo, anche se l’artista sa bene che la certezza è una condizione temporanea. Li dove si apre un varco per accedere ad uno spazio, vediamo delle colonne che si elevano nel verde che le accoglie. L’austerità del tratto pittorico è sostenuto dalle nitide campiture di colori che mescolano sentimenti di attesa, di pazienza, di speranza, di ricordo, propri delle diverse declinazioni dell’animo umano. La sua arte rivela inquietudini e mira all’ascolto.

Liliana Nobile

 

Per cercare di capire Pasini, per avere la possibilità di avvicinarsi al suo lavoro dobbiamo subito dire che i modi di interpretazione non sono contraddittori, ma sono componenti della figura finale, definitiva; sono segni diversi di vita, di ricerca, di pulsioni interiori, che si uniscono, si fondono, si armonizzano, nell’energia dell’immagine e in una sua assolutezza.

Dario Poncioni

 

 

 

 

 

PAVAN ADRIANO

Giochi nell’acqua - 2008   olio su tela 140 x 140

Giochi nell’acqua – 2008            olio su tela 140 x 140

Nato a Jesolo (Venezia) il 18 maggio 1935, abita a San Donà di Piave con  studio in via Jesolo, 20 (tel. O421 52705).

Partecipa a concorsi con giuria e a collettive dal 1951.

Nel 1957 allestisce la sua prima mostra personale milanese al Centro Artistico San Babila. Negli anni successivi, sempre a Milano, allestisce le personali nella Galleria d’Arte V.E. Barbaroux, ancora punto d’incontro dei massimi artisti italiani del tempo. A Milano, instaura rapporti di amicizia con diversi artisti e critici d’arte.

Partecipa ai Premi San Fedele e viene selezionato con altri ventitré pittori a rappresentare la giovane pittura italiana in una mostra a Sesto San Giovanni (1965). Sempre a Milano, negli anni ’60, vince il Premio A.N.C.I., importante concorso al quale partecipavano i migliori artisti di quel tempo (Brindisi, Migneco, Russo, Dalla Zorza, Fanesi, ecc.).

Le sue mostre vengono recensite con ampio spazio nei quotidiani e nelle riviste specializzate. Ai concorsi nazionali partecipa per invito. 

Dopo Sessant’anni la ricerca artistica di  Adriano Pavan continua. In questi ultimi anni sono nati quadri   importanti per la storia del pittore. Ha allestito più di 120 personali in Italia e all’estero. Ha partecipato a tante mostre in tutto il mondo e allestito importanti mostre antologiche, anche di duecento opere., come quella nella Villa Reale Pisani di Stra.

 

 

 

 

 

PELLEGRINI ROCCO

Riflessioni su Munch - 1999   olio e acrilico su tela  210 x 145

Riflessioni su Munch – 1999
olio e acrilico su tela 210 x 145

Rocco Pellegrini è nato a San Donato Val Comino (FR) nel 1954. Attualmente vive ad Atina, si occupa di pittura, fotografia e installazioni.

…Oggi, la tecnica pittorica preferita da lui è quella della trasformazione e della manipolazione dell’immagine; interventi che per certi aspetti rappresentano l’insoddisfazione e il rifiuto da parte dell’artista di una certa realtà sociale che ci circonda e, per altro verso, è lo stimolo per una forte creatività…

Nel suo universo più intimo si occupa anche di poesia. Ha partecipato a varie rassegne d’arte a Milano, Pisa, Ferrara, Trevi (Trevi Flash Art Museum), Torino.

Tra le ultime esposizioni: “Plasticismi e Figurazioni”presso la Reggia di Caserta, 2005; Triennale dell’Accademia Federiciana a Catania, 2005; VI

Biennale del libro d’artista – città di Cassino, 2009;

“Giù la maschera” n° 2 Museo Civico Umberto Mastroianni Marino (RM) 2009;

Museo Civico Alatri (FR) 2010; Biennale D’Arte Contemporanea Alatri (FR), Premio della critica, 2012; Mostra fotografica Aquino (FR).

 

 

 

 

PELLEGRINO EMILIO

Aspetto cosmico 055     tecnica videografica  30 x 20

Aspetto cosmico 055     tecnica videografica 30 x 20

Pittore. Nato a Napoli nel 1937; ha studiato all’Istituto Statale d’Arte ed all’Accademia di Belle Arti di Napoli.

È il creatore delle “micro opere cosmiche”, dipinte direttamente su vetrini di mm 35 x 23 percepibili attraverso proiezione luminosa, con accompagnamento musicale.

Dal 1959, data in cui firmò il Manifesto del Cosmolismo, ha tenuto decine di mostre personali, performance, proiezioni e conferenze.

Dal 1975 è presidente del Centro della Promozione dell’Arte e della Cultura in Napoli, ove ha insegnato discipline pittoriche ed espone in permanenza le sue opere.

È stato invitato a più di mille rassegne e collettive in Italia e all’estero.

È inserito nella “Storia di Napoli” e nei maggiori volumi d’arte italiani ed esteri.

 

 

 

 

 

 

PERRINO PIERO

Senza titolo  olio su masonite 85 x 95

Senza titolo                           olio su masonite 85 x 95

Nato a Napoli, ha iniziato l’attività artistica nel 1976; attualmente vive e lavora a Campobasso e Perugia. Mostre principali: Euro Arte Expo, Fiera di Forli, Fiera della Casa (Napoli), Fiera di Padova, Biennale delle Arti dell’Unità d’Italia a Caserta, personali alla F. Gallery di Corciano (PG) Fortezza Medicea Girifalco – Cortona, Galleria Lehaz – Lucenec (SK), Provincia di Campobasso, convitto Nazionale “Mario Pagano” – Campobasso, Ferrari Club – Roma, Palladino Company – Campobasso, Moma Arredi – Campobasso.

“… Nei suoi quadri più astratti, l’irrompente gestualità e il ritmo dinamico delle pennellate evoca la pittura dell’action painting, in cui sia la potenza del colore che quella del segno si concentrano esclusivamente nell’azione, nel gesto istintivo. Il ritmo e la forza interiore di queste pennellate emanano spiritualità e mistero, là dove finisce il raziocinio dell’uomo subentra l’istinto irrazionale dell’artista …”      Barbara Tamburro

 

 

 

 

PICCININI ALESSANDRO

Sacralità  -  2009

Sacralità – 2009

Alessandro Piccinini nasce a L’Aquila nel 1945, risiede a Roma, dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti.

Nel 1979 con lo scrittore ed antropologo francese Pierre Carnac sviluppa la prima idea del Presenteismo movimento artistico che è stato al centro di rilevanti rassegne promovendo iniziative sociali e culturali incentrate sul tema di un eterno presente della coscienza in cui passato e futuro confluiscono e si riconducono al divenire dell’Io e dell’Uomo. Rassegne e mostre personali in Italia e all’estero.

In un mondo opportunistico e fagocitante, che spietatamente divora ciò che di valido, sincero e geniale in esso si manifesta e che sempre più spesso produce l’effimero, le “apparizioni” pittoriche di Alessandro Piccinini ci fanno ben sperare. Queste composizioni volteggiano e danzano colorate come un grido nel silenzio. Le opere successive, invece s’impongono senza chiasso né vividezza delle tinte ma ugualmente dirompenti.

In tutte, c’è la vita nella sua totalità rappresentata nel continuo rapporto tra onirico e ludico ed in modo accattivante, suggestivo ma anche inquietante, proprio come si rivela l’esistenza umana. Come non ricordare l’action painting di Pollock, le sue costruzioni totemiche?

Come non rammentare l’informale, il materismo magmatico di sapore esistenzialista? E perchè non pensare alla tensione verso l’alto come ricerca dell’infinito di Brancusi? Tutto ciò, ed altro, rappresenta un’impronta lasciata come substrato culturale elaborato conscio ed inconscio, nell’arte di Piccinini. Del resto ogni essere umano vivendo, si forma di echi del passato e del presente. Arte come poesia, come trascendenza dunque, che in Piccinini mai, al di fuori della realtà.

Da ciò traspare il profondo interesse sociale e politico di questo pittore che, però, riesce a non subordinare il linguaggio artistico a tale impegno. Le sue composizioni non sono di propaganda, eppure si pongono attuali come espressioni delle ansie, delle speranze, dei disagi e soprattutto delle rimembranze, delle radici e pulsioni della condizione umana meglio di tante parole ed ideologie programmatiche. Il grido di Munch denuncia in modo lapidario più di tanta oratoria! Piccinini promuove il movimento artistico di pensiero “Presenteista”, che si propone di ritrovare una dimensione umana, non a caso. Il “Presenteismo”, Piccinini per primo, nega la codificata scansione del tempo, che si rivela relativa, essendo il passato il ricordo di un presente che fu ed il futuro una proiezione di un presente che sarà. È proprio il presente, l’ambito in cui l’uomo può degnamente vivere, in esso ritrovando ideali, stimoli, creatività; quindi una Coscienza.

Barbara M

PIOVANELLI GIUSEPPE

Caronte

                               Caronte

Nasce a Darfo Boario Terme (Bs) il 13 febbraio1945.

Nel 1963/4 frequenta lo studio dell’architetto prof. Villani docente di Storia dell’Arte presso l’Istituto Magistrale “Veronica Gambara” di Brescia.

Dopo il servizio militare nei primi anni di attività si rivela decisivo il rapporto con il pittore prof. Amleto Romele, con il quale condivide lo studio lavorando talora a quattro mani.

Si diploma presso il Liceo Artistico di Lovere (Bg) e all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. E’ docente di “Disegno e Storia dell’Arte” nella scuola secondaria superiore.

I primi riconoscimenti arrivano nel 1969 all’VIII Concorso Nazionale di Pittura Appennino Reggiano, Castelnuovo Monti,. Ha partecipato a concorsi e rassegne ed ha tenuto personali in Italia e all’estero (Milano, Modena, Reggio Emilia, Livorno, Ancona, Ferrara, Catanzaro, Crema e New York nel Padiglione Italia all’Artexpo del 1994) meritando diversi premi e riconoscimenti.

Sue opere sono conservate presso  istituzioni pubbliche e collezioni private in Italia e all’estero.

Da molti anni affianca alla pittura l’attività critica e teorica. Della sua pittura hanno scritto su giornali e riviste critici e corrispondenti della stampa nazionale e citazioni anche sulla stampa estera; oltre a servizi sulla sua attività e sul suo lavoro trasmessi da radio e televisioni in rubriche specializzate. 

Vive ed opera a Gratacasolo di Pisogne – Valle Canonica- (Bs).              

www.giuseppe.piovanelli.name/

La sua pittura è maturata in una terra che sconfina continuamente nelle acque, nello spazio del cielo, nei monti che fanno da quinta al silenzio e alla meditazione.

Non pittura impressionista di paesaggio, ma tesa a cogliere l’essenza degli ambienti e delle vite che scorrono nel tempo da sempre.

Immagini ed emozioni che si fondono nella luce, nelle pennellate decise di rossi e azzurri e gialli, che penetrano con gioia gli eventi della sua terra e che rievocano gli stilemi già incisi nella pietra di questa valle ancora prima della storia.

BIBLIOGRAFIA

-          Panorama d’Arte, n° 7,8,9,10,11,13, Ed. Magalini – Brescia.

-          Expo Centro d’Arte Farinella-Vacolino di Comacchio- (FE) , 1979.

-          Biennale Mediterranea d’Arte Contemporanea, 1980 e 1983.

-          Premio”Mastro d’Oro” Città di Fabriano (AN), 1981.

-          Artexpo Brescia- Padiglione Artisti Bresciani- 1982-83-84.

-          Arte Bresciana nel XX secolo,pittori e scultori,1985- Ed. Sardini – Bornato (Brescia).

-          Art Book – Selezione di Artisti per le Gallerie d’Europa,1991- Ed. M.P.E. – Milano.

-          Dizionario Enciclopedico d’Arte Contemporanea, Artisti,1994- Ed. Alba – Ferrara..

-          I Protagonisti,1998 – Ed. L’altro modo di volare –Castellamare di Stabbia (NA).

-          Giuseppe Piovanelli – Antologica 1967-1997, Ed. Tip. Camuna – Breno (BS).

-          H2O – G. Belotti – Piovanelli – 2002, Ed. Tip. Camuna – Breno (Bs).

-          Stile Arte N.72 – 2003.

-          DOVE  SONO – Giuseppe Piovanelli – 2005, Ed. Tip. Camuna – Breno (Bs).

-          La traccia dell’arte – 2004 – AR&F Brescia.

-          I Colori della Valle – E. Fontana – 2007- Tip. La Cittadina – Gianico (Bs).

-          Oglio, acqua che scorre – 2008 – Ed. Tip. Camuna – Brescia.

-          Porte Aperte – arte  musica spettacolo -  Iseo (Bs).

-          Comanducci Dizionario Universale delle Belle Arti – Torino.

-          D’Arte – Enciclopedia Artisti Contemporanei – Monza. Ed.  S.T.M. ITALIA 2009.

-          Bresciana…mente-Storia,Lingua,Cultura,Arte e Tradizioni bresciane – Autore V. Soregaroli-  – Ed. Fondazione Civiltà Bresciana – 2004.

-          I Colori della Valle – Antologia Artisti Camuni Contemporanei – Ed. La Cittadina 2007.

-          Magazine – Bellezze d’Italia – Mosca -  S.T.M.  Italia 2010/2011.

-          Lombardia Beni Culturali.

RECENSIONI

La stagione delle arti del libro e del turismo, 7/8-1969, Ed. Maccari – Parma.                       

Italia Artistica – Europa Artistica – Le Firme

Crema  produce Cultura e turismo – Il Nuovo Torrazzo

L’Eco di Bergamo – Brescia Oggi

Giornale di Brescia – Il Giorno

Prima Pagina – Vita Lions

Il giornale della vallecamonica – Vallecamonica oggi

Il giornale di Palazzolo

CD Rom – Arte e Letteratura Italiana Contemporanea – prog. Misia – Ed. M.P.E. Milano.

www. Artefutura.org   -(cataloghi e opere)-

www.aab.bresciart.spidernet.it/piovan.htm-

www.darteweb.it

 

 PREMI IN CONCORSI

I primi riconoscimenti arrivano nel 1969 nell’VIII Concorso Nazionale di Pittura Appennino Reggiano – Cstelnuovo Monti. Altri risultati significativi sono:

1969 -  Estemporanea Pian Camuno (Bs) diploma di merito

1972 – Estemporanea , Iseo  – diploma di merito

1972 – Estemporanea , Costa Volpino (Bg) – 2° premio

1974 – Rassegna biennese d’autunno, Bienno (Bs) -2° premio                                                  

1974 – Concorso Regionale Sacca di Esine – premio acquisto

1975 – Rassegna biennese d’autunno, Bienno (Bs) -2° premio

1978 – Premio nazionale di pittura,Vaiano Cremasco – 3°premio

1978 – Rassegna nazionale d’Arte,Fabriano(AN)medaglia  d’argento

1978 – Concorso regionale di pittura–Bovegno (BS) – Diploma di merito

1978 – XII Concorso nazionale “MONDO D’OGGI”Terme di Angolo (Bs)-2° premio pittura

1979 – Premio “Città di Breno”, Breno – 1°premio grafica

1979 – Rassegna nazionale – Rocca dei Boiardo – Scandiano (RE) targa di merito

1980 – Premio Naz.Rocca di Neto(CZ) – 2°premio speciale della giuria 

1980 – Concorso Naz. – Diano Marina- (IM)-1° premio

1981 – Rass. Naz. D’Arte Fabriano(AN)-1°premio speciale  giuria

1982 – Concorso Naz.di Ponte di Legno(BS)- 1° premio

 1983 – Concorso Naz.di Ponte di Legno(BS)-premio speciale della giuria

 MOSTRE PERSONALI e COLLETTIVE

1978 - Collettiva Galleria “Abba” – Brescia

1979 - Rass.Naz. “Rocca dei Boiardo”- Scandiano – (RE)

1979 – Rass.Naz. – Caravaggio- (BG)

1979 – Expo”Centro d’Arte Farinella-Vacolino di Comacchio – (FE)

1979 – Pittura e Musica”studio EllenneTV-Rotonda di Garlasco(PV)

1980 - Biennale Mediterranea – Catanzaro

1980 – Esposizione Collettiva Galleria “S.Ambreus” – Milano

1980 – Esposizione Collettiva – Aprica (So)

1981 - Esposizione Collettiva – Fonti di Angolo Terme – (BS)

 1982 - Artexpo – Brescia

1983 - Biennale Mediterranea d’Arte Contemporanea – Catanzaro

1983 – Collettiva “Immagini e Forme” – Pietrasanta – (LI)

1984 - Antologica –Biblioteca comunale – Bisogne – (BS)

1984 – Artexpo – Padiglione “Artisti bresciani d’oggi”- Brescia

 1985 - Collettiva “Omaggio ad Amleto Romele”-Pisogne – (BS)

1986 - Mostra Personale – Iseo – (BS)

1987 - Mostra Personale “La Bella Camunia” – Breno – (BS)

1989 - Personale “Centro Culturale S.Agostino” Museo di Crema.

1989 – Collettiva “Pittori Pisognesi”- Pisogne (Bs).

1989 – Personale – Pisogne (Bs).

1991 - Antologica – Darfo Boario Terme – (BS).

1994 - Artexpo New York.- J. Javits convention center (pad. Italia).

1996 - “LA MEMORIA”-Biennale di cultura ”Valle del Re” Scuola  Media  F.lli Rosselli  Artogne – Pian Camuno (Bs)

1997 - Antologica 1967/97-Palazzo Congressi-Darfo Boario Terme

1998 - “INCONTRO CON L’ARTISTA” Personale- S. Maria  Rotonda – Pian Camuno (Bs)                                                                                                            

1998 – “Il SOGNO” – Biennale di cultura ”Valle del Re”, Scuola Media  F.lli Rosselli Artogne – Pian Camuno (Bs)

1998 – VALGRIGNA ARTE ”Gioco…Giocattoli…Giocatori…- Berzo Inferiore (Bs)

2002 - H2O Chiesa di S. Antonio –Breno- Valle Canonica (Bs)

2005 - APPROACH – Fond.ne Cicogna Rampana – Palazzolo S/O (Bs)

2005 – DOVE SONO – personale sala mostre – Edolo (Bs)

2007 - PORTE APERTE rassegna  Arte, Musica, Spettacolo-Castello Oldofredi – Iseo (BS)

2008 - OGLIO, ACQUA CHE SCORRE -  Palazzo Martinengo – Brescia.

2009 - Bergamo-Brescia – “MEMORIA DEL ‘900, GLI ARTISTI SI INCONTRANO”, Palazzolo S/O (Bs).

2009 – NATALE  CAMUNO”-Museo della Stampa – Artogne (Bs)

HANNO SCRITTO

Luciano Spiazzi, Fausto Sardini, Giovanni Falcetta, Giannetto Valzelli, Bernardelli Curuz, Paolo Sacchini, Eugenio Fontana.

CORRISPONDENTI

Giannino Botticchio, Giuseppe Cappita, Ermete Giorni, Gianmario Martinazzoli, Luciano Ranzanici, Salvatore Spatola.

 

 

 

 

 

 

 

PRINETTI SILVANA

 

Solitudine - 1993  olio su tela 70 x 60

Solitudine – 1993                          olio su tela   70 x 60

Silvana Prinetti, nata a milano, ha frequentato diversi corsi di disegno e pittura: scuola degli artefici di Brera, Civica scuola Cova di milano e scuola Paolo Borsa di Monza.

La sua pittura di corrente espressionistica è caratterizzata da un forte cromatismo ed equilibrio di forma.

Ha esposto le sue opere presso la pinacoteca d’arte contemporanea della città di Piacenza (’91-’92) con la seguente critica: “Silvana prinetti sceglie un colore esclamativo e vibrante con forte predominio dei rossi e dei gialli per creare suggestive atmosfere di interni in cui gli oggetti rappresentati – sedie, vasi, ampolle, busti di antichi personaggi, romantiche scarpette rosse da ballerina – assumono valenza di simbolo” Ha partecipato a diverse mostre collettive, personali e concorsi a livello nazionale.